Per riformare la politica, tra le altre cose, serve una classe dirigente nuova. Non si tratta di sostituire semplicemente quelli che ci sono con altri, che assumono gli stessi atteggiamenti di coloro che si sostituiscono, ma di una classe politica che è nuova perché adotta un comportamento politico conferme alla vere finalità della politica e che sia capace di riformare il “sistema Italia”.
Proviamo a soffermarci su: a) qual è la vera finalità della politica; b) in cosa consiste la riforma del “sistema Italia”; c) quando si dice nuova una classe politica.
a) Precisiamo qual è la vera finalità della politica. Aristotele la definiva come quella che è capace di rendere “felici” i cittadini. I cittadini possono essere felici quando godono in pace il loro ben-essere condividendolo con gli altri.
La politica è un servizio reso da che esercita il “potere” per il bene di tutti e di ciascuno
b) La riforma del “sistema Italia” ha la sua motivazione centrale nel superamento della crisi della democrazia, caratterizzata oggi da due tendenze: il populismo e il sovranismo.
Ciò può essere fatto perseguendo una democrazia più compiuta, basata sul principio della sussidiarietà e sulla modalità partecipativa, oltre che rappresentativa, del suo stato.
Il principio di sussidiarietà, sancito dall’art. 118 della Costituzione, va definito e realizzato, come sostenuto dal prof. Stefano Zamagni, in modo circolare, coinvolgendo le imprese, il terzo settore e le Istituzioni politiche.
Così facendo, la democrazia sarà anche partecipativa perché i cittadini si riapproprieranno in modo feriale e fattuale della loro sovranità, che eserciteranno anche al di là dei momenti elettorali.
Il sistema politico si definisce, quindi, non come deve tramonto statale e come welfare state (attualmente in crisi), ma come autonomie territoriali e come welfare society.
C) Dalla succinta esposizione dei due precedenti punti, si palesa che occorre non una nuova classe politica, ma una classe politica nuova, capace di realizzare il fine vero della politica e di dare esito ad una democrazia più compiuta.
Una classe politica fatta da persone ispirate da idealità profondamente umane (la relazionalità va messa a fondamento delle relazioni socio-politiche) e da professionalità specifiche per i rispettivi settori di competenza politica da ricoprire.
Altra caratteristica che la classe politica nuova deve rispettare è la “collegialità. Sia a livello di Enti locali che di Stato centrale, gli organismi politici e amministrativi devono essere rappresentati da persone capaci di lavorare coralmente, ognuno per la propria competenza relazionandosi con gli altri per la realizzazione dei fini propri delle Istituzioni che rappresentano (l’esempio dell’orchestra è sintomatico).
Da queste note si comprende che la strada tracciata dal partito nuovo “Insieme” è lunga, ma lineare e può essere percorsa a condizione che i cittadini si svegliano dal loro letargo politico, superino la dimensione della chiacchiera politica e delle infruttuose lamentele e che esercitino la loro sovranità politica non solo nei momenti elettorali, ma anche dando vita a “Centri di Presenza” territoriali e tematici al fine di programmare interventi politici in risposta ai bisogni dei territori, coinvolgendo le Istituzioni.
Occorre essere liberi, forti e responsabili.
Ferdinando Rovello