I veri leader colgono il punto essenziale al volo e con rapidità indicano la soluzione. E Mario Draghi è uno di questi, rara avis. Le sue incisive indicazioni scolpite nell’articolo del Financial Times, non sono solo una efficace ricetta d’emergenza, sono in primis una lucida visione sul significato del nostro stare insieme che ristabilisce il primato del capitale umano, dello Stato e della politica legati da quel principio di fraternità così tanto trascurato. I suoi forti moniti e indicazioni hanno scosso le istituzioni europee.
“È una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche. Molti oggi vivono nella paura per la propria vita o in lutto per i propri cari. Le azioni intraprese dai governi, per evitare che i nostri sistemi sanitari vengano travolti, sono coraggiose e necessarie. Devono essere supportati”. Ancora: “La sfida è come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione.. La priorità non deve essere solo quella di fornire un reddito di base a coloro che perdono il lavoro. Dobbiamo innanzitutto proteggere le persone dalla perdita del lavoro. La velocità del deterioramento dei bilanci privati .. deve essere soddisfatta dalla stessa velocità nello schierare i bilanci pubblici, mobilitare le banche e, in quanto europei, sostenersi a vicenda nel perseguimento di ciò che è evidentemente una causa comune».
Per l’Europa è il momento del passo decisivo, da uniti nelle diversità a uniti nelle avversità. I drammi della storia misurano le stature degli uomini. Pochi leader sono all’altezza, i più se sono saggi tacciono e collaborano. C’è chi cerca soluzioni e chi cerca colpe. Gli stolti disprezzano sapienza e istruzione (Proverbi 1,6). Questa non è una competizione elettorale, è un appuntamento con la vita e la storia. È il tempo degli statisti. E qui la Germania in particolare è chiamata a non affondare l’Europa per la terza volta in cento anni. I numeri contabili non sono ciò che davvero conta. Sono strumenti da noi costruiti e per definizione quindi mutabili. Le regole di bilancio che ci siamo dati devono essere quindi adattabili ai nuovi contesti e problemi. Il dramma del virus impone di mutare immediatamente le finalità delle risorse.
Le ricchezze conservate nei caveau dei confini nazionali non salveranno nessuno se non li mettiamo a fattor comune. E seppure con fatica si iniziano a vedere forti risposte all’emergenza. La Bce ha risposto subito con un massiccio programma di investimenti in titoli di stato che per noi valgono 220 miliardi finanziando così più di un anno di debito pubblico e riducendo cosi gli spread, la commissione europea sta varando la cassa integrazione ovvero sostegni ai lavoratori delle aziende in crisi e si sta lavorando agli eurobond o strumenti analoghi per finanziare le spese sanitarie e della ricostruzione.
La Bei sta predisponendo un piano per mettere a disposizione delle aziende ingenti risorse con condizioni minimali. L’iniziativa del governo italiano ha trovato consenso di tanti stati a partire da Francia e Spagna e il rigoroso fronte del Nord Europa è in difficoltà. All’interno dell’Olanda e in Germania si levano autorevoli sollecitazioni a favore di strumenti comuni. Si moltiplicano le attestazioni di stima e sostegni all’Italia. Oggi solo l’economia della solidarietà può salvare le Borse, i Pil e soprattutto la vita .
Alberto Mattioli