Enzo Carra ci ha lasciati. Noi gli dobbiamo molto per la dignità con cui fu costretto a subire umiliazione e disprezzo quando si ritrovò a divenire l’emblema di un prezzo pagato al populismo giustizialista che non ha portato né giustizia né una diversa qualità della gestione della cosa pubblica.
Su Politica Insieme, che egli seguiva quotidianamente, scrivemmo nel maggio 2021 (CLICCA QUI) che egli “dev’essere considerato una delle più grandi vittime di quel sistema violento ed iniquo frutto del combinato disposto formato dalla volgarizzazione e disumanizzazione della lotta politica, da un intervento non sereno da parte di taluni magistrati e da un insano sistema della comunicazione” e che dava una grande lezione di civiltà e di cultura politica quando invita a ragionare senza amarezze e in termini positivi.
L’occasione di questo commento era stata offerta dal suo intervento a seguito della vicenda di un politico scagionato da ogni accusa, ma con ben cinque anni di ritardo. E tutti noi sappiamo bene cosa voglia dire anche un solo giorno in cui sei bandito ed indicato a dito ingiustamente.
Enzo in quella occasione scrisse: ‘non passare da tintinnar di manette a bisboccia garantista, serve equilibrio’.
Enzo trovò la forza e la capacità di reagire non solo con dignità, ma anche in maniera politicamente intelligente, sapendo che il tempo è sempre galantuomo e che i valori di riferimento in cui si crede riempiono il vuoto creato da una carenza di umanità e del necessario rispetto altrui come, purtroppo, sta ancora a confermarci troppo spesso quella che chiamiamo politica.
Enzo merita un ricordo affettuoso come persona, ma deve essere anche indicato ad esempio su come un cristiano, politicamente impegnato, non perda mai la propria umanità e sa rispondere con un alto senso civico ad attacchi cattivi e infondati come quello che egli subì. Una conferma del suo valore umano e politico.
Giancarlo Infante