Si moltiplicano gli appelli di associazioni, in particolare cattoliche, ma pure di altra cultura e di singoli cittadini, in vista delle prossime elezioni. Il precipitare improvviso della crisi, l’impellenza del voto, la prospettiva di una campagna elettorale che non vada oltre le contumelie ed il reciproco accapigliarsi secondo la miglior tradizione del bipolarismo soffocante che ci condiziona da quasi trent’anni, induce i cittadini più sensibili e più avvertiti a prendere posizione.

Si tratta di presenze molto opportune, utili, anzi necessarie, auspicabilmente capaci di riportare al voto cittadini che se ne sono allontanati. Governare la complessità, cioè la sovrapposizione di temi ed argomenti che si condizionano a vicenda in una matassa inestricabile, esige che se ne dia, anzitutto, una rappresentazione trasparente che non passa solo dai partiti, ma cui possono concorrere espressioni e momenti della società civile.
Ben vengano, dunque, gli appelli che dispensano consigli politici ed ammonimenti morali, anche se talvolta con un certo sussiego, richiamando all’ordine la classe politica.

La classe politica, appunto. Se ne può dire tutto il male che si vuole. Per lo più a ragione. Senonché, se bastasse eleggerla a sentina di tutti i mali, facendone il classico capro espiatorio, il cui sacrificio garantisce la catarsi della collettività intera, i giochi sarebbero fatti e la soluzione di tutti i nostri guai servita su un piatto d’argento.
Basterebbe che i sottoscrittori di tanti appelli scendessero in campo. In fondo, le elezioni non sono forse, appunto, un rito catartico, l’occasione per sacrificare l’animale su cui ritualmente si è riversata la colpa di tutti e, con il suo sangue sparso sull’altare, rigenerare l’innocenza della collettività ?

La classe politica è, a sua volta, plurale e complessa. E’ giusto, è opportuno – e qui non ci riferiamo agli “appelli” di cui sopra – omologarla, da cima a fondo, in un giudizio aprioristico e sommario non solo negativo, ma spesso sprezzante ed irridente? Ci sono tante motivazioni quanti sono i politici, ad ogni livello, per dar conto dell’ impegno che ciascuno assume, secondo motivazioni nobili o meno nobili. Ci sono figure poco esemplari e negative, comportamenti riprovevoli e strumentali, ma anche figure splendide, ben più numerose di quanto non si creda, spesso impegnate nei livelli istituzionali locali dove non si notano perché non cercano la visibilità, ma piuttosto la fatica umile di un servizio.

Insomma, che avvenga nel bene o nel male – ed ovviamente non è la stessa cosa – comunque chi fa politica, deve, come si dice comunemente, metterci la faccia. E va riconosciuto come non sia da tutti.

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