Sono passati esattamente sei mesi dalla morte di una giovane ragazza iraniana (Mehsa Amini) per mano delle forze della Polizia morale della Repubblica islamica dell’Iran. Un fatto che ha dato l’avvio a grande rivoluzione delle donne iraniane e degli uomini iraniani scesi in piazza a loro sostegno. Da quel giorno, la comunità internazionale ha continuato ad assistere ai i crimini commessi in Iran contro innumerevoli manifestanti e attivisti politici, donne e persino bambini.

Molti giovani e attivisti che protestavano sono stati giustiziati o uccisi. Più di cinquecento persone, la maggior parte giovani di età inferiore ai trent’anni, hanno perso uno o due occhi a causa del fuoco diretto delle forze utilizzate per la repressione. Molti ora sono in carcere.

Adesso, siamo di fronte a uno dei più grandi crimini commesso contro bambini e adolescenti, in particolare studentesse, e cioè gli avvelenamenti da gas avvenuti in scuole di diverse città dell’Iran. Il primo incidente di questo genere si è verificato nel novembre 2022 in una delle scuole femminili di Qom. Successivamente in altre sessanta, della stessa Qom e in altre città dell’Iran. La risposta alle proteste contro questi avvelenamenti da parte delle famiglie è stata quella della violenza e degli arresti da parte dagli agenti di polizia della Repubblica islamica davanti alle scuole. Lo stesso lo hanno fatto due giorni fa, il 4 febbraio, contro diverse studentesse che protestavano e che hanno subito gravi percosse e  sono state portate via con la forza.

Vale la pena riflettere sul fatto che, a fronte di tutte queste difficoltà e difficoltà, le donne e le ragazze dell’Iran continuano a battersi per ottenere la libertà e chiedono agli iraniani di esprimersi attraverso un referendum per il rovesciamento della Repubblica islamica e denunciano il governo dittatoriale che la guida e le continue violazioni dei diritti umani.

Il 28 febbraio scorso, la Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,  Csaba Korosi, ha incontrato Amir Abdullahian, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, e l’ha ringraziato per la liberazione di alcuni prigionieri. Ma perché il rappresentante di un governo usurpatore, quello che uccide la propria gente solo perché protesta contro la situazione sociale ed economica del paese, quello viola i diritti di libertà delle donne, ecc., quello che fa violentare le ragazze nelle carceri, quello che arresta attivisti politici e civili, giornalisti e  insegnanti che protestano vengono arrestati e licenziati deve ricevere il benvenuto alla riunione dell’Assemblea generale dei diritti umani delle Nazioni Unite, invece di sanzionarlo. Parliamo del rappresentante della Repubblica islamica che provoca disordini e promuove la violenza in Medio Oriente in ogni modo e anche con l’invio di armi? Questo non significa che la comunità politica mondiale abbia chiuso gli occhi su un governo che non mostra alcuna misericordia verso il proprio popolo né per le altre persone del mondo dopo aver acquisito armi nucleari? E il ministro degli Esteri del Belgio, che si è tagliato i capelli per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini e sostenere la rivoluzione delle donne, della vita e della libertà, dopo aver incontrato e incontrato il ministro degli Esteri iraniano Amir Abdullahian, ha giustificato il suo comportamento dicendo che questo incontro era stato organizzato per un belga attualmente imprigionato dalla Repubblica islamica dell’Iran. E’ la giustificazione del vecchio modo di prendere ostaggi e arrestare cittadini di altri paesi da parte della Repubblica islamica e scambiarli in cambio delle richieste della Repubblica islamica dell’Iran?

Moltissimi degli iraniani che vivono nel resto del mondo, così come i tantissimo restati in Iran, chiedono che il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche, lo strumento repressivo più importante e significativo della Repubblica islamica, sia dichiarato terrorista. E che la Repubblica islamica prende di mira anche bambine e bambini non è cosa sufficiente? E che non mostri pietà verso dei giovani studenti, anzi, li esclude dalla scuola e far tacere le loro voci. Quanto dovranno ancora assistere al fatto che alla loro richiesta di libertà e d’uguaglianza si risponde con attacchi bioterroristici condotti gas velenosi?

Come si può vedere così tanti atti crimini contro l’umanità e sorridere ancora al criminale?

Saedeh Lorestani

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