Lunedì prossimo dovrebbe essere presentato in Consiglio dei Ministri il “Documento Programmatico di Bilancio”.
Sono infatti imminenti le scadenze per la presentazione della Nota di Aggiornamento del documento di economia e finanza (NADEF) e l’avvio del percorso della legge di bilancio con i documenti collegati.
Si è appreso intanto che nel terzo trimestre dell’anno in corso l’economia italiana ha tenuto ancora. Anche se il quarto trimestre avrà segno negativo, l’anno si chiuderà con una crescita del PIL di tutto rilievo in quanto la stima supera il 3,5%: meglio dei tedeschi e dei francesi. Ecco il risultato del governo Draghi e della capacità tutta italiana di affrontare le avversità e superarle.
Le linee guida della Nota sono già state presentate dal ministro Giorgetti e dalla Presidente dell’Ufficio Parlamentare di bilancio nel corso di un’audizione, e il dibattito ha preso avvio. La tentazione di un confronto tra le promesse elettorali del centrodestra e le linee guida del NADEF è irresistibile.
Basterebbe ricordare le uscite del ministro Salvini che assicurava 50 miliardi di deficit aggiuntivo subito per affrontare crisi energetica, flat tax e quota 41.
La manovra invece sarà più contenuta: 35 miliardi, nei quali solo 21 in deficit. Lo stesso Giorgetti ha subito raffreddato gli entusiasmi dichiarando nel corso della audizione che “se volete fare di più dovrete trovare la copertura”.
Ma il problema non è questo. E’ infatti scontato che la prima manovra di bilancio del nuovo governo sarà timida, con i tempi che corrono. Il problema vero, considerato che il ministro non è più un tecnico ma finalmente un politico, è altro: quali sono le priorità dell’azione di governo? Quale è la visione d’insieme dei problemi del Paese e quali possono essere affrontati mentre si decidono spese investimenti per il prossimo triennio?
E’ questo il punto che normalmente fa assumere importanza al documento di economia e finanza, spiazzando promesse e bullaggini da campagna elettorale.
Vorremmo leggere nel NADEF quali sono effettivamente le priorità assunte, ben sapendo che al di fuori di queste ben poco si potrà fare.
Vorremmo non assistere, durante la discussione del bilancio, alle esose contese tra maggioranza e minoranze, non tanto di una parte contro l’altra, ma insieme nell’assalto alla diligenza delle casse pubbliche.
Vorremmo capire, con l’inflazione che morde stipendi e salari e la recessione alle porte che rischia di riaprire la ferita della disoccupazione, come si intende rispondere. Per la coalizione che tanto ha speso in promesse, gli esami cominciano adesso.
Guido Puccio