“Per l’Ucraina, il modello sia Helsinki, non Jalta”. E’ confortante ed anche motivo di orgoglio per il nostro Paese, in un momento buio, poter ascoltare le parole ferme, forti e coraggiose di Sergio Mattarella che si pone oggettivamente, in questa fase drammatica, come leader politico e riferimento morale, al di là dei nostri stessi confini, per l’intera Europa. Parole altrettanto convinte e schiette non si sono sentite altrove.

“La pace – ha sostenuto il Presidente a Strasburgo, davanti all’ Assemblea Parlamentare del Consiglio d’ Europa – è il frutto di una paziente collaborazione tra i popoli.” La prudenza, la ricerca della pace nulla hanno a che vedere con l’attitudine, invocata da qualche esponente politico, a piegarsi come giunchi finché passi la bufera. Né con certe pose “buoniste” che, nella misura in cui invitano un popolo aggredito, mortalmente ferito, offeso nella sua dignità, ad una resistenza morale, purché disarmata,  poco hanno a che vedere perfino con una seria postura pacifista.

La prudenza non è timida, ma va coniugata con la franchezza che le parole del Presidente Mattarella attestano. “L’aggressione della Russia sollecita ancor di più la spinta all’unità dei paesi e dei popoli europei che credono nella pace, nella democrazia, nel rispetto del diritto internazionale e nello Stato di diritto”. Sergio Mattarella ha afferrato con forza il timone della politica estera del nostro Paese e, come già fatto sul piano delle questioni interne, lo prende letteralmente per mano e lo accompagna con sicurezza in un frangente del tutto inedito e di straordinaria complessità. Rivendica il ruolo “da protagonista” che l’Italia ha assunto in ordine alle “sanzioni” ed, anzi, afferma che “siamo pronti a deciderne altre senza alcuna esitazione”.

La presa di posizione netta ed inequivocabile del Presidente si riflette anche nell’atteggiamento di Draghi e del suo governo, che – al di là della titubanza di taluni – almeno fin qui, mostra chiara consapevolezza di quale sia la posta in gioco ed assume, nel contesto europeo, una posizione emblematica anche per altri paesi, anche più blasonati del nostro, almeno nell’ opinione di molti osservatori.

L’ Italia c’è e non succede a caso. La scelta europeista e la scelta atlantica sono, da De Gasperi in poi, il consolidato e consonante presupposto storico della nostra libertà. In fondo, la qualità di una classe politica tanto più si rivela quanto più la situazione da affrontare si presenta in tutti gli aspetti della sua drammatica ed inafferrabile difficoltà.
Non dunque Jalta, ma Helsinki, come ha sostenuto il Presidente Mattarella. Infatti, c’è da concludere con lui: “Speriamo si aprano, cosa fin qui non avvenuta, spiragli di disponibilità della Federazione russa, nel rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità dell’Ucraina”.

About Author