I Cristiani e la Politica. Tema sempre oggetto di discussione.  Fino a oggi è stato detto, seguendo un lessico ritenuto “politicamente corretto”, che il cristianesimo ha un suo ambito e la politica ne ha un altro, con funzioni diverse.

Tale teorema è, probabilmente, un luogo comune e non pare trovare una risposta né convincente né logica perché, in quanto rivolto alla vita quotidiana delle persone, non è comprensibile il motivo per il quale, chiunque con fede cristiana, debba applicare diversi principi secondo i vari momenti della vita e  i luoghi e gli ambiti in cui si trova, sia quello politico,  sociale  o di relazione.

In realtà, è giunto il momento di smettere solamente di sperare e, in quanto cattolici, porre a disposizione della comunità le nostre competenze ed esperienze senza pretendere nulla in cambio.

Le linee guida dovranno essere improntate alla linearità, alla coerenza e alla mediazione culturale, anche se ciò comporterà maggiori tempi di consolidamento e di espansione, ma il segnale deve giungere forte e chiaro, nei suoi contenuti e nella sua limpidezza e trasparenza.

Principi generali di un nuovo movimento? Tolleranza, Fratellanza, Solidarietà e Confronto rappresentano la democrazia,  rispetto per il valore di riferimento di tutti, a prescindere dall’appartenenza ideologica o religiosa, nell’attenzione all’equità e agli interessi generali e, quindi, ricerca del bene comune senza mai privilegiare, per qualsiasi motivo, interessi o egoismi di parte.

Dobbiamo essere orgogliosi del nostro credo cristiano perché l’uomo che disconosce le proprie radici è disorientato, non ha paletti di riferimento cui attingere e non sfrutta le esperienza positive e i patrimonio costruito alle sue spalle.

Non dovremmo mai abbandonarci all’idea di avere dei nemici da combattere, bensì accettare sempre il fatto che ci si dovrà confrontare con altri esseri umani nell’ambito di un dibattito teso alla ricerca di soluzioni propositive.

L’obiettivo sarà quello di proporre e seguire politiche di sviluppo economico dirette a sostenere l’economia reale. Quella basata sul lavoro e sulla produzione; essa, solo essa, privilegia pienamente l’impegno e la valorizzazione delle persone,  rafforza la cultura del rispetto del lavoro e delle dignità che assicura agli esseri umani.

C’è la necessità di sostenere tutte quelle iniziative imprenditoriali tese alla creazione di posti di lavoro, cosa che impedisce la confusione dell’imprenditore con lo speculatore.  In particolare, devono essere favoriti e privilegiati tutti gli investimenti diretti al rispetto dell’ambiente, all’espressione dell’etica sociale, a consolidare la continuità aziendale.

In questo ambito  rientrano le società benefit, recentemente introdotte nell’ordinamento giuridico italiano con il riconoscimento della possibilità di utilizzare il profitto per la creazione di valore sociale.

La disciplina delle società benefit coniuga la necessità di perseguire risultati economici, assicurando valore nell’interesse dei soci, con quella di soddisfare altri interessi diversi, attraverso un impiego responsabile e sostenibile delle risorse necessarie allo svolgimento del processo produttivo, attraverso l’attivazione di un progetto innovativo.

E’ cresciuta la domanda di prodotti e servizi in grado di rispondere ai bisogni di fasce sempre più ampie della società realizzati da aziende che incorporano i principi della sostenibilità nella propria cultura d’impresa e, contestualmente, è aumentato l’interesse degli investitori per quanti innovano con l’obiettivo di contribuire al benessere sociale e ambientale.

Un movimento politico moderno, nuovo, originale deve tenere conto di queste ed altre novità reagendo allo stato d’animo di quanti finora si sono rassegnati “all’inevitabilità” dell’attuale sistema.

C’è bisogno, però, di una capacità di rinnovamento e di assicurare un impegno continuo, evitando che prevalga la logica dei compromessi da raggiungere comunque e ad ogni costo pur di mantenere le posizioni conquistate.

Il movimento dovrebbe puntare alla crescita dei giovani ed individuare i mezzi necessari ad una formazione basata su un nuovo metodo di intendere la politica.

I cattolici italiani possono trovare il filo comune conduttore in grado di individuare un comune impegno politico, applicando un aforismo di Albert Einstein : ”Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi Paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall’ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. Lo sbaglio delle persone e dei Paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro ! L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Giuseppe Bongiovanni

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