Il Primo Maggio richiede, per prima cosa, un vero impegno per il Lavoro. Se la cosa non fosse male interpretata, ci sarebbe da dire che la situazione italiana, ma anche di altre aree dell’Europa e del mondo, porti a pensare che non ci sia proprio niente da festeggiare. Bensì,  da definire un Patto per rigenerare il Lavoro e combattere affinché si risponda con forza e determinazione ai problemi della disoccupazione e si ridia dignità ad ogni tipo di lavoratore.

Dequalificazione, precarietà, perdita di potere contrattuale, delocalizzazioni non governate,  squilibri tra le diverse realtà geografiche, nelle aziende, tra le sempre più stratificate categorie di lavoratori, tra occupati e disoccupati, tra gli immigrati e gli altri.

Questi alcuni degli aspetti che si aggiungono ai problemi legati all’invecchiamento della popolazione, e il relativo aumento dei pensionati rispetto a chi assicura le entrate contributive, al forte aumento della disoccupazione giovanile, alle donne che , dappertutto, soffrono ancora di disparità di trattamento, di ruolo e  condizione.

In occasione della giornata del Primo maggio non si può non ricordare  il terribile fenomeno delle morti sui luoghi di lavoro, drammatica e sanguinosa costante su cui si versano fiumi di lacrime, per fermare le quali, però, ben poco viene fatto.

Così come non si possono dimenticare i continui attacchi e i tentativi di delegittimazione dei sindacati, la tolleranza verso il lavoro nero, lo sfruttamento degli immigrati e dei più deboli: il caporalato ancora esiste e continua a non essere combattuto sufficientemente.

E’ venuto il momento di mettere sul tavolo la questione della mancata applicazione articolo 46 della Costituzione e la necessità di cominciare a curare la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori alla vita dell’impresa.

Gli amici di Politica Insieme hanno posto la questione del Lavoro in cima al loro impegno per un impegno pubblico libero ed autonomo e invitano alla discussione e all’approfondimento intorno alle proposte da loro elaborate nel corso di una lunga serie di riflessioni CLICCA QUI

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