Un redazionale del Domani d’Italia ruotava attorno al declino di una “copertura vaticana” a riguardo dell’ormai discusso e ridiscusso partito ad ispirazione cristiana. Fin dalla fondazione del Partito Popolare fondato da Sturzo non si è mai richiesta tale copertura.
Lo stesso De Gasperi per non averla mai richiesta ne pagò com’è noto forti sofferenze, che però una volta morto non impedirono un alto elogio dello stesso Pio XII della sua fedeltà di credente. Di Moro cristiano parlò Paolo VI con parole che tutti ricordiamo. Quanto a Sturzo il processo di canonizzazione in atto è più che eloquente.
Tutti i nostri predecessori ebbero cara la linea della laicità coniugata con la fede cristiana. Nessuna deviazione dunque da tale linea. Altra è una lettura di tipo “clericale” ma nessuno la vuole perseguire. Circa il tema della “tradizione” partitica ho invece qualche problemino di carattere storiografico da sottoporre. La lettura delle vicende passate è sempre soggetta al problema del tempo, cioè al giudizio storico di ogni evento, alla lettura delle condizioni della contemporaneità dei tanti eventi coevi che reciprocamente agirono e agiscono come concause.
Questo il motivo centrale dell’invito che ci viene costantemente da Papa Francesco nei suoi documenti e nei suoi discorsi: esaminare gli eventi umani sempre con una analisi storica e mai con una lettura puramente concettuale, ché si cade facilmente in astrazioni di tipo ideologico.
Altro fu il partito popolare di don Sturzo, altro la dc di De Gasperi, altro la stessa dc di Aldo Moro. Se ad una loro linea di successione culturale si vuole, si può e si deve parlare, questa riguarda taluni punti centrali di riferimento ideale e, se vogliamo, a taluni problemi di metodo. A questi sì è lecito in parte riferirsi, ma sempre nella consapevolezza che qualcosa si mantiene, qualcosa si rinnova, i problemi da affrontare hanno caratteri profondamente diversi. Il passato insegna ma piuttosto sul metodo che sui singoli eventi. Non si tratta dunque oggi di fondare nuovamente la dc del passato, ma di aprire su quella lunghissima avventura del cattolicesimo liberal democratico occidentale una nuova originalissima stagione.
Ambiziosissimo obiettivo? Forse. La nostra idea è di poter esser utili a risolvere, insieme ad altre forze politiche, ad altri partiti, gli enormi problemi di carattere sociale, economico, materiale di vita, persino di sopravvivenza, che in forme assai pericolose e terribili si presentano all’orizzonte, evitando che si ripercuotano sulla stessa convivenza pacifica della nostra vita sociale.
Giuseppe Ignesti
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