L’anno scolastico parte all’insegna di un paradosso: scuole in grandissimo affanno per mancanza di docenti e centinaia di migliaia di docenti a casa disoccupati. Moltissimi hanno lavorato fino al 30 giugno o fino al 31 agosto proprio in quelle scuole e su quei posti oggi scoperti.
Il risultato drammatico che si prospetta per molti territori è quello che per il primo giorno di scuola in moltissime classi prive di uno o più docenti titolari non solo mancheranno i nuovi docenti di ruolo, non solo su quei posti non si farà in tempo a nominare tutti i supplenti dalle GPS (Graduatorie Provinciali Supplenze) previsti, ma probabilmente i dirigenti scolastici non potranno nemmeno nominare dalla graduatoria d’istituto come qualcuno aveva prospettato, visto che le precedenti graduatorie sono state azzerate e le nuove in molte scuole sono tuttora in via di definizione.
Non è fuori luogo pensare che nella mattina del 14 e forse anche nei giorni seguenti molte classi si potrebbero trovare senza l’insegnante in cattedra. Mentre inevitabilmente si diffonderanno (in alcuni casi sono già cominciati) i casi di contagio di alunni e di personale scolastico. Casi che si sommeranno alle altre malattie, alle maternità, ai congedi.
Tutti gli anni, a causa del caotico e inefficiente sistema di reclutamento, mancano all’avvio delle lezioni docenti titolari, ma mai come quest’anno mancheranno anche i supplenti. Proprio quest’anno, con tutte le difficoltà che ci sono per garantire il distanziamento e ci saranno per gestire l’incubo di cui ancora non c’è piena percezione: ogni malessere, ogni linea di febbre dei 10 milioni di persone che vanno a scuola ogni mattina genererà un allarme da gestire, che potrebbe richiedere una verifica, che potrebbe portare alla diagnosi di un contagio, che farà scattare (o meno, lo racconteremo nella prossima clamorosa notizia) misure di quarantena.
Tutto ciò dovrà essere affrontato nei primi giorni, i più delicati dopo 6 mesi di chiusura fisica delle scuole, con il personale insegnante contato. Mentre tantissimi saranno a casa in attesa di una chiamata, inattivi e senza stipendio.
Tuttoscuola aveva suggerito, data la situazione straordinaria, di confermare con uno dei tanti Dpcm i contratti a tempo determinato dell’anno precedente, fino all’arrivo dei nuovi titolari o dei supplenti in base alle nuove graduatorie.
Non è questione di insuccesso della chiamata veloce (era giusto provare anche questa strada che, comunque, ha consentito di ricoprire una certa quota di posti che sarebbero rimasti vacanti); non è nemmeno questione dei punteggi da correggere per le nuove graduatorie provinciali, le GPS (in autotutela possono essere rimediati gli errori macroscopici): è questione, piuttosto, di tempo, del troppo tempo che è mancato, o che non è stato sfruttato, per arrivare pronti all’appuntamento del 14 settembre.
Tutte le procedure amministrative, ancor più quelle complicate che caratterizzano la scuola italiana, purtroppo, richiedono tempi tecnici che non si possono comprimere, anche se, visti i tempi ravvicinati, per le GPS c’è stata una evidente forzatura che darà luogo inevitabilmente a ricorsi.
Davanti a queste situazioni vi sarebbero due possibilità, la prima delle quali quest’anno impraticabile: accorpare gli alunni su altre classi oppure ridurre l’orario delle lezioni. In passato, prima dell’emergenza del coronavirus, nella scuola primaria e in quella dell’infanzia, quando mancava un insegnante, si distribuivano gli alunni per gruppi nelle altre classi o, caso limite, si chiedeva agli insegnanti presenti di rimanere oltre l’orario di servizio. Quest’anno mancherà questa soluzione di emergenza.
La seconda possibilità (verso la quale sembra che molte scuole si stiano orientando) è la riduzione del tempo scuola: meno ore di lezione o di durata inferiore. Potrebbe capitare che a metà mattinata i genitori siano chiamati a ritirare i figli da scuola.
Si verificherebbe così lo spettro della “scuola diminuita” di cui Tuttoscuola ha già parlato, proponendo anche soluzioni alternative all’insegna della flessibilità, a partire dall’utilizzo di webcam in classe con possibilità di fruizione sia in presenza, sia a distanza in modalità sincrona.
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