A seguire le trasmissioni televisive, soprattutto quelle serali e notturne, alcune spesso che ti portano davvero a chiederti ma che cavolo di servizio pubblico è questo?, per quanto riguarda la Rai, sembra che sia nata un’altra generazione di politici. Quella dei giornalisti. Nel senso che si assiste ad un circo mediatico in cui quelli che dovrebbero essere commentatori indipendenti, magari in grado di svolgere un autentico “servizio pubblico”, si capisce che in realtà sono, o aspirano ad essere, parte di ciò che va in scena e non osservatori disinteressati.

Talvolta, poi, vista la ripetitività con cui partecipano sempre gli stessi, a seguito di ammiccamenti e scivolate d’ala, si ha come l’impressione che qualcuno voglia, magari, addirittura mettersi in politica in proprio. Una sorta di sostituzione dei politici di professione e attivi, al momento, sulla scena politica. E a questo punto le aspirazioni non hanno freno. Così, circola la voce che qualcuno stia pensando ad ipotesi extraparlamentari che possano vedere alla guida del Governo uno di questi giornalisti che, avendone viste tante, sarebbe in grado di fare chissà quali  miracoli…

Frutto di fantasia? Oramai, pure noi che ne abbiamo viste tante, siamo convinti che ci si debba aspettare di tutto e di più, soprattutto trovarci di fronte a soluzioni che provano a camuffare la crisi del sistema italiano senza risolverle, ma così facendo finendo per  aggravarne pene e sofferenze, che poi a veder bene sono quelle di noialtri poveracci.

Meglio sarebbe che anche i giornalisti ritornassero a fare il loro mestiere ed evitare di illudersi che questo sistema politico e informativo conceda loro di diventare un po’ di più di quello che un tempo erano i “fattori” dei signori che, per i signori, sempre “fattori” resterano.

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