Secondo un sondaggio di The Observer, un anno dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE, più di sei elettori su dieci ritengono che le cose dopo la Brexit siano andate male o peggio di quanto si aspettassero. Così il convincimento di quanti hanno creduto nel distacco dall’Unione europea è notevolmente più titubante mentre quelli che volevano che il Regno Unito continuasse ad essere il 28esimo paese del Vecchio continente vede confermate le proprie convinzioni.
Tra le persone che hanno votato Remain, l’86% ha affermato che sia andata male o peggio di quanto si aspettassero. Nel complesso, solo il 14% di tutti gli elettori ha affermato che la Brexit sia andata meglio del previsto.
Il sondaggio è stato realizzato proprio all’immediata vigilia dell’entrata in vigore delle nuove norme in materia di controlli doganali su merci e prodotti importati dai paesi Ue, cosa che aumenterà notevolmente i prezzi d’importazione e farà crescere gli adempimenti burocratici richiesti. La prospettiva è che finiscano per mancare quei prodotti, soprattutto quelli alimentari, che i britannici avevano preso a consumare nel corso dei decenni in cui il Regno Unito è stato parte integrante dell’Unione. Una verifica in tal senso è già attesa per la prossima estate, in particolare per ciò che riguarda i prodotti freschi il cui approvvigionamento richiede un numero più frequente di spedizioni.
Il timore è che le nuove tariffe doganali, e le inevitabili complicazioni che si prospettano per alcune filiere di prodotti, possano finire per colpire anche aziende britanniche, destinate adesso a veder reso più complicato il proprio l’approvvigionamento, provocandone addirittura la chiusura o comunque incidendo negativamente sulla loro capacità di produzione e di commercializzane.
Intanto, già giungono le prime notizie certe e negative sulle conseguenze che la Brexit ha avuto per quell’importante settore che richiama numerosi stranieri nel Regno Unito costituito dalle scuole d’inglese e dalle gite scolastiche. C’è già in atto quello che è definito un crollo senza precedenti delle prenotazioni dirottate verso altri paesi come l’Irlanda e i Paesi Bassi.
Molto ha influito la pandemia e dalla richiesta dei test anti Covid cui però si sono aggiunte le difficoltà intervenute con l’introduzione di nuove norme sui documenti d’identità e sulla lievitazione dei visti individuali introdotti per studenti non UE .