Il The Guardian denuncia che le più grandi aziende mondiali di combustibili fossili stanno pianificando in silenzio decine di progetti dagli effetti catastrofici che riguardano petrolio e gas. Una una vera e propria “bomba al carbonio” destinata a portare le temperature globali ben oltre i limiti  concordati a livello internazionale (CLICCA QUI).

Secondo le indagini svolte dai giornalisti del quotidiano londinese, sono già in via di sviluppo ben 195 progetti ciascuno dei quali destinato a diffondere nell’atmosfera almeno un miliardo di tonnellate di emissioni di CO2, l’equivalente di 18 anni dell’attuale rilascio di micro particelle che concorrono a formare l’effetto serra nell’arco di 12 mesi.

Le dozzine di maggiori compagnie petrolifere sarebbero sulla buona strada per spendere 103 milioni di dollari al giorno per il resto del decennio per lo sfruttamento nuovi giacimenti di petrolio e gas che, però, non potrebbero essere bruciati se l’a crescita del riscaldamento globale dev’essere limitata al di sotto dei 2°C.

Oltre ai paesi del Medio Oriente e alla Russia, Stati Uniti, Canada e Australia sono  quelli per i quali sono previsti i principali piani di sfruttamento.

Una controtendenza, dunque, rispetto al dichiarato crescente impegno di gran parte del mondo per ridurre, invece, le emissioni nelle atmosfera che in buona parte dipendono dall’utilizzo del carbone, del petrolio e del gas. Certo è però che finora si è parlato soprattutto di carbone e, questo sembra costituire l’alibi per le grandi compagni estrattive

 

 

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