Si vis pacem, para bellum” è l’antico brocardo (proverbio) risalente all’epoca dell’impero romano e che aleggia, tuttora, in ogni dibattito radio-televisivo e sulla carta stampata; subdolamente o spudoratamente e cinicamente, comunque incivilmente. Ciò accade mentre assistiamo alle peggiori nefandezze sul territorio ucraino e mentre nell’orbe terracqueo si combattono quotidianamente, da lunghi anni, almeno un centinaio di guerre o meglio aggressioni/invasioni da parte dei popoli più agguerriti sulla pelle di quelli più deboli per via delle solite ragioni di fondo: economiche e/o religiose.

Il tutto succede sotto l’indifferenza dell’ONU e della FAO, ma soprattutto sotto l’egida o il controllo strategico delle due “grandi Alleanze”, Patto atlantico/Ovest e Patto di Varsavia/Est. Entrambe formalmente nate, cresciute e arricchitesi per attrezzarsi e svolgere attività militari a fini preventivi di dissuasione e di deterrenza; ufficialmente comunque con il fine politico del mantenimento o del perseguimento della pace mondiale. Sic transit gloria mundi… Alla faccia del bicarbonato di sodio! (Remember Totò).

Alla luce di siffatto “status quo” possiamo constatare, ad esempio, che nella pacifista Germania ben oltre il 90% del popolo ecologista è, ora, favorevole al riarmo! Oppure che la Turchia, paese membro della NATO, ma anche amico della “santa madre Russia”, che vende l’ultimo modello di droni all’Ucraina la quale resiste, eroicamente, contro l’armata russa. Così come si è già detto dell’anomalia della “discesa in guerra” dell’Italia per effetto di un decreto legge “Ucraina” che dispone interventi “urgenti” a sostegno della nazione illecitamente aggredita, ma in modo tale da rendere inevitabile l’invito a riflettere in merito ai profili di legittimità costituzionale (CLICCA QUI).

Nel contesto politico delle forze rappresentate nell’arco parlamentare abbiamo notato una quasi unanimità di consensi, persino sull’aumento della spesa militare, a partire dai partiti conservatori, quelli di centro o “moderati” per arrivare ai progressisti. E se ciò appare coerente in linea di principio ideologico per quelli di destra, tra i primi a proporre detto incremento finanziario per le spese degli armamenti, c’è da chiedersi: di che progresso si tratta?!? Non è del tutto comprensibile o condivisibile da parte di ampia area sinistrorsa l’atteggiamento dei progressisti italiani (PD e 5S). Ma non solo di loro nello scenario internazionale, vista la posizione dei democratici statunitensi, ovviamente, guidati dal Presidente Joe Biden.

Non si vede un grande impegno nello sforzo diplomatico per il superamento del conflitto. Forse, per non contrastare la potente “lobby industriale delle armi” con adeguato asservimento alla “necessità di rafforzare la Difesa” a scapito, però, degli investimenti nella ricerca scientifica e nella sanità pubblica, più che mai prioritari. Per non dire che, a conferma del parere dei più qualificati analisti del settore, manca essenzialmente una comune strategia militare dell’Unione europea.

In conclusione, quello che noi, fedeli cattolici ispirati dall’alto magistero di Papa Francesco con i suoi forti e saggi moniti, dovremmo chiedere con forza, con il coraggio delle nostre idee e convinzioni morali prima che religiose è una scelta di campo, netta, a favore del disarmo o quanto meno per il contenimento dello strapotere mondiale (corrotto e corruttore) della già menzionata “lobby”, il cui testimonial ufficiale è – guarda caso – uno dei più noti attori americani!

Michele Marino

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