Come nella migliore tradizione italiana di governo (o meglio, peggiore) si sta assistendo in questi giorni a un inverecondo balletto di posizioni sui bonus casa varati per sostenere la ripresa economica e un settore in crisi come l’edilizia: il famoso “bazooka”, evocato dall’allora ministro dell’Economia Gualtieri.

Sarà prorogato il bonus del 110% come più volte promesso? Si, no, forse solo per alcuni… Sarà abolito il bonus facciate del 90%? Sembra proprio di sì.

Decisioni che sembrano essere indifferenti al fatto, spero noto a tutti i nostri politici e burocrati, che i cittadini che ne vogliono usufruire e non sono ancora riusciti a farlo si trovano da mesi di fronte a insormontabili difficoltà: in primis la difficoltà di trovare aziende edili disponibili, poi la disponibilità delle materie prime e, come al solito, quelle derivanti da norme burocratiche cambiate ancora di recente e che quindi hanno rallentato la partenza dei cantieri: le note interpretative dell’agenzia delle entrate sul bonus 110% sono arrivate mesi dopo il varo dei provvedimento da parte del Parlamento, e successivamente sono cambiate altre norme per semplificare l’iter.

Viste queste oggettive situazioni di difficoltà, intelligenza vorrebbe che si desse più tempo ai cittadini, così da permettere anche la discesa dei prezzi e la realizzazione dei lavori.

Il ridicolo, o il tragico, si raggiunge quando si dice che il bonus sarà prorogato solo per i condomini, escludendo di fatto non tanto le ville di lusso, quanto le abitazioni dei centri minori in gran parte unifamiliari. Quindi due pesi e due misure.

Il ministro dell’Economia Franco (che ci sta facendo rimpiangere Gualtieri) dice che i bonus costano troppo. Vorrei conoscere però qual è, non il costo diretto per lo Stato di queste misure, ma quello reale, considerato l’aumento del PIL generato dai bonus e quindi il maggior gettito fiscale per le casse pubbliche. Tutte le spese vanno infatti fatturate e questi lavori fanno anche emergere il nero in un settore, quello dei lavori edili e loro connessi, che si sa essere di ampie dimensioni. Ci sono poi tutti i versamenti INPS in più da calcolare.

I bonus possono essere considerate misure che combattono l’evasione: si mettono in concorrenza i contribuenti, io posso detrarre e tu devi fatturare.

Infine non bisogna sottovalutare anche lo shock di una interruzione rapida dei bonus sul mondo del lavoro edile, che oggi fatica a trovare addetti e domani ne avrebbe in gran numero in eccesso.

Paolo Girola

 

Pubblicato su Rinascita Popolare dell’Associazione i Popolari del Piemonte ( CLICCA QUI )

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