Nell’esaminare il discorso programmatico di Giuseppe Conte, che fa il bis dopo il precedente esecutivo guidato sulla base di una maggioranza giallo verde, non si può non pensare anche alla diversa maggioranza che oggi lo sostiene.
In effetti, si palesa una sorta di doppio livello da cui deve muovere una valutazione complessiva. Il Presidente del Consiglio sembra seguire una propria dinamica destinata ad influire e ad essere influenzata da una compagine creata sulla base di una sorta di stato di necessità ed evitare le elezioni anticipate e uno scontro duro con l’Unione europea.
Andiamo però con ordine e seguiamo il filo del ragionamento che ha fatto Conte alla Camera e sul quale interviene anche Leonardo Becchetti ( CLICCA QUI ) che esamina, non senza qualche interrogativo sui risultati raggiungibili, le questioni più specificatamente economiche.
Prendiamo atto che Giuseppe Conte vuole mettersi alle “spalle il frastuono dei proclami inutili e delle dichiarazioni bellicose e roboanti” e registriamo l’impegno preso solennemente in Parlamento “a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee”.
L’annuncio della scelta per la mitezza, tanto controcorrente rispetto ai toni assunti dalla politica nel corso degli ultimi anni, incuriosisce e porta ad attendere.
Nell’intervento di Conte si ritrovano alcuni punti cui ha fatto riferimento anche il documento che Politica Insieme sottoscrisse con Costruire Insieme e Rete Bianca ( CLICCA QUI )nelle prime, immediate ore della crisi di governo, con la richiesta di una ” tregua” di ricomposizione morale e civile.
In quel documento, tra le altre cose scrivemmo: “ C’è bisogno di una nuova legge elettorale più partecipativa e più democratica e di partecipare alla definizione della legge di bilancio in modo da rispondere alle preminenti questioni dell’occupazione, del sostegno alla struttura produttiva, dell’aumento dei consumi, di una maggiore capacità delle nostre imprese di innovarsi e di competere sul piano internazionale. Gravi, inoltre, i disequilibri esistenti a livello sociale e tra nord e sud a cui bisogna cominciare a rispondere adeguatamente”.
Conte ha confermato alla Camera l’intenzione della nuova maggioranza di ridurre il numero dei parlamentari e di lavorare ad una nuova legge elettorale che sembrerebbe, a leggere bene le sue parole, d’impronta proporzionale e destinata alla reintroduzione delle preferenze o, comunque, di un meccanismo che contribuisca “a riavvicinare i cittadini alle istituzioni”.
Il Presidente del consiglio ha parlato di una nuova stagione riformatrice, di una “ svolta profonda” in grado di restituire “ una prospettiva di sviluppo e di speranza ai giovani, alle famiglie a basso reddito, oltre che a tutto il sistema produttivo”.
Giovani, donne e Mezzogiorno le aree individuate per portare avanti un contrasto alla disoccupazione e creare “ opportunità di lavoro, salari adeguati e condizioni di vita degne di un Paese civile” sulla base di un riferimento alla Costituzione che sancisce “il diritto del lavoratore a un’esistenza libera e dignitosa”.
Più forti gli accenti, rispetto a quelli del precedente governo messo in piedi con la Lega, sulla necessità di un “ abbattimento del divario fra Nord e Sud del Paese”, di “un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno” e dell’istituzione di una banca pubblica ad essi dedicata.
Abbandonata l’idea della flat tax a favore “ di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi”, si pensa alla riduzione del “cuneo fiscale” e all’introduzione, sulla scia anche delle linee programmatiche della nuova Commissione europea, di un “salario minimo”.
Conte ha poi ribadito quei principi, da lui definiti “ non negoziabili” perché universali, sintetizzati nell’espressione “ nuovo umanesimo”: il primato della persona, cui sono collegati diritti e doveri di solidarietà; il lavoro che concorre al progresso materiale e spirituale della società; l’uguaglianza; il principio di laicità e la tutela della libertà religiosa; il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti e la promozione della pace e della giustizia tra le nazioni.
Abbiamo sentito parlare di cose importanti al fine di dare al Paese una nuova prospettiva: l’educazione e la formazione. A partire dagli asili nido cui devono essere indirizzati investimenti strategici. Ciò riguarda anche il sostegno alla natalità e il declino demografico.
Invece che parlare di ripiegamento su se stessi, come da un lato ha sempre fatto pensare la “ decrescita felice” agitata dai 5 Stelle, il nuovo Governo, oltre che nell’innovazione, punta sulle infrastrutture verso cui si sono indirizzate spesso alcune delle pulsioni contrarie dei “ grillini”.
Il Presidente del Consiglio crede in un “ Green New Deal”: rigenerazione urbana, riconversione energetica con un “ sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, protezione della biodiversità e dei mari, contrasto ai cambiamenti climatici.Importanti gli impegni per la tutela “ dei beni comuni” e la difesa della sanità pubblica e universale.
Superata ogni visione antieuropea e “ sovranista”. Anzi, l’Italia è chiamata ad essere protagonista “ di una fase di rilancio e di rinnovamento dell’Unione, che punti a costruire un’Europa più solida, più inclusiva, più vicina ai cittadini, più attenta alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale e territoriale”.
Una volta completata la composizione dell’Esecutivo, con la non facile nomina di vice ministri e sottosegretari, dovranno essere seguite le concrete azioni di governo e vedere quanto e come molte delle condivisibili proposte programmatiche saranno messe in pratica e tradotte in azione concrete.
A noi interesserà anche osservare l’attenzione che verrà data al Terzo settore del quale ancora manca il quadro applicativo adeguato.
Lo abbiamo premesso: in ogni caso molto dipenderà dal dispiegarsi delle dinamiche interne alla nuova maggioranza e ai partiti che la compongono. Come e quanto asseconderanno l’azione di Conte e del suo Governo? Le divaricazioni su talune questioni, già emerse nelle scorse ore, potrebbero influire per ridurre la portata delle intenzioni o, addirittura, contrastarle.
Per quanto riguarda più specificatamente il Pd, non si può sottovalutare ciò che sobbolle al suo interno e le conseguenze che già le prossime elezioni regionali, iniziando da quelle di Umbria e di Emilia e Romagna, potrebbero avere, persino, sul suo futuro.
A noi, ovviamente, interessa ancora altro rispetto a quello di cui ha parlato alla Camera Giuseppe Conte.
L’amico Galbiati poco tempo fa sottolineò ( CLICCA QUI ) come nei punti programmatici in discussione tra M5S e PD non ci fosse alcuna traccia di un riferimento ai temi cosiddetti “eticamente sensibili”, a cominciare dal “suicidio assistito”.
Valuteremo, insomma, come i due partiti di maggioranza daranno contenuti a ciò che riguarda la scuola, la formazione, la natalità e il sostegno per le famiglie, cui aggiungeremmo, sempre seguendo il ragionamento di Galbiati, il grande tema della “ vita” che tutto racchiude, nella dimensione sociale e umana.
Non è un caso che sulle questioni eticamente “ sensibili” tiriamo in ballo la coalizione di maggioranza, i partiti e persino i singoli parlamentari. In molti casi, non si tratterà di materia di Governo. Anzi, abbiamo sempre sostenuto che l’Esecutivo farebbe bene a tenersene lontano il più possibile.
In questo momento, alla luce di pregressi comportamenti, non siamo autorizzati ad attenderci molto su questo fronte.
Speriamo allora che il riferimento al “ nuovo umanesimo” di Giuseppe Conte significhi davvero per i partiti che gli assicurano la maggioranza parlamentare un’effettiva e diversa attenzione alla Persona, alla tutela della dignità di tutti gli esseri umani, dal momento del concepimento a quello della fine naturale della vita, al cittadino, al consumatore, alle relazioni tra gli esseri umani, e di quelle tra loro e le istituzioni, alla famiglia da sostenere davvero e che ha, tra i tanti diritti, quello alla procreazione, inevitabilmente legata all’amore tra un uomo e una donna.
Giancarlo Infante