Recenti fatti, in Germania e Romania, hanno fatto sorgere un dibattito su come nei paesi democratici debba essere difeso l’assetto costituzionale anche assumendo decisioni drastiche nei confronti delle organizzazioni neofasciste o neonaziste e, in sostanza, potenzialmente destabilizzatrici del quadro civile ed istituzionale

In Germania si è giunti a dichiarare fuorilegge l’organizzazione neonazista “Cittadini del Reich” e ad arrestare un discreto numero di suoi componenti. Non è la prima volta che un partito di estrema destra, che si richiama ad Adolf Hitler, subisce la stessa sorte. La Costituzione tedesca è molto precisa al riguardo e la magistratura, come non sempre avviene in Italia, interviene e punisce severamente tutte le manifestazioni, e le attività segrete, di questi gruppi.

La notizia ha fatto ancora di più scalpore perché l’iniziativa giudiziaria è giunta pochi giorni dopo che una speciale commissione statale e i servizi segreti hanno reso noto di mettere sotto la lente di ingrandimento l’Afd il partito alleato di Matteo Salvini e, tutto sommato, guardato con una certa simpatia anche da altri ambienti della destra italiana e mondiale. Come hanno confermato le dichiarazioni del Vicepresidente americano Vance.

Le autorità di Berlino sono giunte a queste determinazioni dopo un lungo periodo di indagini che avrebbero confermato la potenziale pericolosità di una formazione reduce dal notevole successo registrato alle ultime elezioni politiche, soprattutto nelle regioni ex comuniste della Repubblica federale tedesca.

Questi fatti sono stati preceduti dalla crisi apertasi in Romania dopo che la Corte suprema di quel paese ha cancellato la vittoria elettorale del candidato alla Presidenza. Questi, Călin Georgescu, è un trumpiano filo russo il cui partito, Alleanza per l’Unione dei Rumeni, fa parte dei Conservatori europei guidati da Giorgia Meloni. La sua elezione è stata cancellata per le interferenze russe a suo favore nel corso della campagna elettorale. Una successiva tornata elettorale ha portato nuovamente alla vittoria il partito ultranazionalista, il cui nuovo candidato, George Simion, va al ballottaggio con un ottimo risultato ottenuto al primo turno.

Qualche anima che vive di astrazioni ha ritenuto opportuno sostenere che sia in Germania, sia in Romania si sia trattato di un errore. Sarebbe stato sbagliato annullare le elezioni nel secondo caso e si sarebbe finiti per fare un favore ai nazisti nel primo. La Democrazia, questa la tesi di tali “candidi”, deve vincere con altri mezzi, e cioè con le elezioni. E che se questo non avvenisse, bisognerebbe accettarne le conseguenze.

Ma la Democrazia ha il dovere, prima ancora che il diritto, di difendere se stessa da chi utilizzandone i suoi strumenti si propone di calpestarla. E con essa la libertà di tutti i cittadini.

I due paesi di cui parliamo, così come gli altri 25 aderenti all’Unione europea, sono entrati a farne parte sulla base dell’impegno di rispettare ed applicare leggi democratiche, nel cui orizzonte non è concepibile il ritorno a forme di fascismo e di totalitarismo. Inoltre, hanno istituzioni giudiziarie libere ed indipendenti che, quindi, svolgono le funzioni assegnate dal loro Ordinamento.

A chi chiese a Wiston Churchill un commento sulla Democrazia, il primo ministro britannico rispose sostenendo di non considerarla perfetta, ma anche di non conoscere un sistema migliore. Ed è per questo che la Democrazia si deve difendere usando tutti i mezzi consentiti dalle leggi per difendersi da chi ha altri obiettivi senza farsi tanti scrupoli di rispettare formule astratte che, per primi, non interessano ai suoi nemici. Si tratta anche di una fondamentale forma di rispetto delle decine di milioni morti nel ‘900 a causa dei regimi totalitari i cui epigoni oggi rialzano la testa e di tutti gli altri che, ancora dopo, hanno continuato a darci la possibilità di vivere in un sistema imperfetto, ma che di migliori sostituti non ne ha.

 

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