Dopo appena quattro  mesi dal suo insediamento, il Presidente americano Donald Trump ha mostrato tutte le fragilità e i limiti di una leadership che, agli occhi di molti osservatori internazionali, appare sempre più fragile e grottesca. Lo stesso Vittorio Sgarbi, con la sua consueta franchezza, ha recentemente definito Trump “una caricatura di se stesso” e non senza ragione. Le promesse roboanti della campagna elettorale si stanno sgretolando una dopo l’altra, mentre sulla scena globale si afferma con crescente autorevolezza la Cina, non più come semplice competitor economico, ma come interlocutore diplomatico maturo, razionale e soprattutto affidabile.

Marce indietro e promesse mancate

L’ultima notizia, relativa alla decisione di USA e Cina di sospendere per 90 giorni i dazi reciproci, è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di marce indietro da parte di Trump. Dopo aver promesso una guerra commerciale, senza sconti contro Pechino, l’amministrazione americana si ritrova ora costretta a negoziare, ridimensionando drasticamente le proprie pretese. La linea dura, tanto decantata in campagna elettorale, ha ceduto di fronte alla realtà di un’economia globale interdipendente e alla solidità della strategia cinese, che ha puntato sulla pazienza diplomatica e sulla costruzione di alleanze durature, specialmente con i paesi emergenti. In politica estera, il quadro non è meno desolante. Trump aveva promesso di risolvere la crisi in Ucraina “in 24 ore” dal suo insediamento. A oggi, nulla di concreto è stato ottenuto. Anzi, la mediazione vera è arrivata da una linea europea che ha mantenuto, con coerenza e fermezza, la posizione nei confronti di Mosca, spingendo Putin a considerare finalmente la possibilità di avviare i negoziati di pace, subito,  a Istanbul, già dal 15 maggio prossimo .

L’Europa resiste, la Cina avanza

Mentre l’Europa tiene la barra dritta, la Cina ha rafforzato la sua influenza diplomatica, soprattutto in quelle aree del mondo meno legate all’orbita americana. In Africa, in Asia centrale e in America Latina, Pechino è diventata un partner preferenziale, grazie a investimenti massicci in infrastrutture, sanità, tecnologia e commercio. Il progetto della Nuova Via della Seta continua a espandersi, offrendo ai paesi in via di sviluppo alternative concrete alla dipendenza economica occidentale. Ma ciò che colpisce maggiormente è l’apertura verso l’Europa. Negli ultimi mesi, la Cina ha avviato nuovi canali di dialogo con Bruxelles, cercando intese su clima, commercio e sicurezza tecnologica. Una Cina che si propone come ponte tra Nord e Sud del mondo, come attore pragmatico in uno scenario sempre più multipolare, in netto contrasto con l’improvvisazione e l’unilateralismo dell’amministrazione Trump.

Il confronto impietoso tra due modelli

A emergere è un confronto impietoso tra due modelli: da un lato, quello americano incarnato da Trump, fatto di slogan, minacce e giravolte; dall’altro, quello cinese, che con gradualità, strategia e una visione di lungo termine si sta imponendo come protagonista globale. In questo quadro, le figuracce di Trump si moltiplicano. Dalle gaffe nei vertici internazionali, all’isolamento progressivo dagli alleati storici, fino all’incapacità di offrire soluzioni credibili nei dossier caldi (Ucraina, Medio Oriente, Taiwan), ogni passo del presidente americano sembra indebolire la sua stessa leadership. Il risultato è una perdita di credibilità che rischia di compromettere il ruolo globale degli Stati Uniti per gli anni a venire. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se l’America riuscirà a recuperare terreno o se il baricentro geopolitico globale si sposterà definitivamente verso Est. Ma già oggi, a giudicare dai risultati sul campo, è chiaro che la Cina sta vincendo una partita fondamentale, non con la forza, ma con la costanza, l’intelligenza diplomatica e la capacità di costruire relazioni durature. Trump,  invece, appare sempre più come un leader inadeguato al tempo presente: inaffidabile, poco credibile, e sempre più solo, anche all’interno del suo stesso paese.

Michele Rutigliano

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