E’ esplosa, con congruo ritardo, la bomba dei giornalisti intercettati in tutta Europa, di cui sette in Italia. Le intercettazione, su WhatsApp, sono state effettuate utilizzando uno strumento sofisticatissimo della società israeliana Paragon Solution il cui uso è consentito solo a pubbliche autorità di diversi stati esteri.

L’azione di spionaggio è stata scoperta da Meta che possiede WhatsApp e che ha informato  le persone spiate. Per ora sappiamo che nel nostro Paese sono stati sotto controllo dello strumento Paragon, che in Italia aveva in essere due contratti con un’agenzia di polizia ed una dei servizi di sicurezza, Francesco Cancellato, il Direttore di FanPage e Luca Casarini, noto attivista impegnato per il salvataggio in mare dei migranti. Sconosciuti i nomi degli altri cinque giornalisti ed eventuali altri soggetti italiani spiati.

Nel nostro piccolo, ne demmo  notizia lo scorso 1 febbraio (CLICCA QUI) e non ci è sfuggito che fino ad ieri la cosa è stata sostanzialmente sottovalutata dai grandi organi di comunicazione. Anzi, ieri sera, abbiamo addirittura sentito presentarla come di un qualcosa appena emerso. Ma questo è un dettaglio che arricchisce la nostra riflessione che da tempo facciamo sui livelli cui è giunto il nostro mondo dell’informazione.

Quello che più conta, e su cui è necessario avere una piena spiegazione da parte del Governo, riguarda il fatto che le nostre autorità non avevano confermato l’esistenza di un contratto con la Paragon e, soprattutto, che già dallo scorso 31 gennaio, cioè lo stesso giorno in cui sono emerse le prime indiscrezioni, e di cui noi abbiamo dato conto quello successivo, la società israeliana aveva autonomamente rescisso  l’accordo perché l’uso fattone in Italia violava le norme etiche seguite dalla società secondo le quali lo spyware deve essere esclusivamente utilizzato per lo spionaggio di sospetti terroristi o componenti della criminalità organizzata.

Il Governo aveva la settimana scorsa smentito che i giornalisti italiani fossero stati spiati. Ma la rescissione del contratto da parte israeliana conferma invece implicitamente che l’azione di spionaggio è stata effettuata da strutture istituzionali, le uniche cui era stato reso disponibile il sofisticato strumento israeliano. Si tratta di iniziative personali di qualcuno o questo qualcuno ha ricevuto, invece, l’ordine da parte dei vertici politici di procedere all’attività di spionaggio?

Adesso, Palazzo Chigi fa sapere che anche alcune procure avrebbero avuto in uso lo spywar di Paragon ma questo , ammesso che sia vero, non racconta tutto ciò che c’è da raccontare e che è necessario sapere soprattutto dopo la decisione unilaterale di Paragon di non fare più utilizzare il proprio strumento per violazione degli accordi .

About Author