Le  riflessioni di padre Mario Toffari,  scalabriniano, (da anni in prima linea assistendo prima i migranti italiani  in Germania  e poi fondatore del centro migranti della diocesi di Brescia), sui sacrifici ed i confini causa del Coronavirus  le faccio mie e mi procurano altre riflessioni…… Ormai ovunque si sente dire che sarà un Natale di sacrifici. Francamente, non dovrebbe essere una novità, almeno se ci riferisce alla  nascita di Gesù. Fin dall’inizio, per Lui, non c’è stato posto nell’albergo o in una casa, è nato in una grotta, confortato da gente povera, i pastori, circondato però dalla gloria celeste. Maria, sua Madre, alla quale l’Arcangelo Gabriele aveva assicurato che sarebbe diventata la Madre dell’Emanuele, del Dio con noi,  non è andata in piazza a protestare, ma conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore: proprio Lei, felice al pensiero che era iniziata la storia della salvezza.

C’è un altro Natale, quello che si annuncia presidiato da settantamila agenti: penso sia il “Natale degli acquisti”, dei cenoni, degli affari, quello che pare metta in pericolo la nostra salute in questo tempo di epidemia.  Mi sono chiesto quali siano i sacrifici del Natale cristiano di oggi: non credo che sia la mancanza della messa di mezzanotte, che in molte Parrocchie da tempo non si è mai celebrata a quell’ora, ( dovrebbero però  spiegarmi perché alle 20,00 non ci si infetta ed alle 24,00 si). Non credo siano nemmeno le precauzioni da adottare per chi viene in Chiesa e, sicuramente, non c’era bisogno che l’autorità europea ci invitasse a usare le trasmissioni televisive (lo si fa  da marzo), anche se  fa da se  che c’è diversità tra l’assistere a una Messa e il parteciparvi. A Betlemme  la famiglia era unita, Giuseppe, Maria, il Bambino , nella grotta c’era una famiglia unita, con la compagnia degli “amici” pastori.

Cosa è  che impedisce che le famiglie a Natale si riuniscano? Leggi umane, che per proteggerci, e quindi per un fine buono, devono mettere dei limiti creare dei confini tra comuni, province ,  regioni … se ci fosse il buon senso, non ci sarebbe bisogno delle norme. E quando c’è una norma umana è facilissimo trovarne i limiti e i sotterfugi. Comunque, quello che mi diventa chiaro è che una norma o legge  basata solo sui confini non può risolvere nemmeno le sofferenze più elementari. Tra l’altro, una norma-confini penalizza i più poveri: i ricchi, infatti, partiranno prima del 19 dicembre e rimarranno in famiglia fino al 6 gennaio, a prescindere  dai luoghi di abitazione dei diversi membri.  Proprio come nelle migrazioni, dove i confini, opera dell’uomo, impediscono ai più poveri di cercare conforto presso altre persone, famiglie, civiltà.  Abolire i confini? Credo che oggi saremmo in molti a volerlo, almeno per i confini comunali, provinciali e regionali. E comunque, se non sbaglio, il Signore Gesù si offre a tutti gli uomini, al di là di ogni confine: fortunato Lui, che, mentre fuggiva da Erode, non ha trovato militari alla frontiera d’Egitto: non sarebbero certo stati come i nostri agenti, che lavorano anche a Natale, per assicurarci le condizioni migliori per la nostra salute.

Il Natale  di Gesù, ci dà una tale speranza da poter asciugare anche le lacrime della solitudine e forse, in quel giorno potremo anche onestamente pensare a chi la sua famiglia, ce l’ha molto lontana, magari oltreoceano: E’ dal cuore umano che nasce e si sviluppa la nube tossica delle paure contemporanee: paura del Covid, paura dello squilibrio dell’ecosistema, paura delle manipolazioni genetiche. Poi, paura del proprio simile, paura dello zingaro, paura dell’altro, paura del diverso, paura dei musulmani , paura dei terzomondiali. Paura dei protagonisti di queste invasioni moderne che se non chiamiamo barbariche è solo perché ci coglie il sospetto che questo aggettivo debba spettare più a noi appartenenti ai cosiddetti popoli civili che dopo duemila anni di cristianesimo siamo ancora incapaci di accoglienze evangeliche. “Alzatevi, alzatevi e levate il capo“, sono i due verbi dell’anti paura, i due verbi dell’Avvento, sono le due luci che ci dovrebbero accompagnare nel nostro cammino che ci prepara al Natale. “Alzatevi e levate il capo”.

Mauro Zenoni

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