Il Nicaragua continua ad usare le maniere pesanti contro la Chiesa cattolica a livello che si può cominciare a parlare di una vera e propria persecuzione.
Dopo l’espulsione del Nunzio apostolico, monsignor Waldemar Stanisław Sommertag, avvenuta nel marzo del 2022 e la condanna ad una lunga pena detentiva del vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez, adesso il Governo di Ortega ha chiesto al Vaticano la chiusura delle rispettive ambasciate e annullato la personalità giuridica della Caritas e confiscato due università di ispirazione cristiana.
I centri di studio confiscati sono l’Universidad Juan Pablo II e l’Universidad Cristiana Autónoma de Nicaragua. Il Ministero dell’Interno ha ordinato a questi atenei di consegnare al Consiglio Nazionale delle Università le informazioni sugli studenti, le iscrizioni e i registri accademici.
Il Governo di Manuel Ortegna, insomma, va avanti sulla propria linea di chiusura che calpesta il pluralismo e i diritti umani, oltre che limitare l’azione sociale e di assistenza svolta dalle organizzazioni indipendenti cattoliche.
La via scelta è quella di chiedere a Papa Francesco l’abbandono del Nicaragua, anche se nella sostanza si tratta della decisione di un propria un irragionevole rottura di ogni relazione. Ma proprio pochi giorni fa, rispondendo alle domande di un giornalista, Francesco ha detto: “La Santa Sede non se ne va mai da sola. Viene espulsa. Cerca sempre di salvare le relazioni diplomatiche e di salvare ciò che può essere salvato con pazienza e dialogo”.