Ogni epoca storica è sempre stata distinta da nuove idee, nelle quali, la politica, ha cercato di proporre  le soluzioni dei momenti difficili. Ci sono state due guerre, nel secolo scorso, che hanno coinvolto il nostro Paese, con tutti gli esiti che conosciamo. La politica, nel tempo, ha operato per sostenere le esigenze dei cittadini.

In particolare, il cattolicesimo politico ha sempre agito a difesa dei più deboli e si è prodigato per aiutare tutti i cittadini a prescindere delle classi sociali. E’ palese l’interessamento,  prima con il P.P.I., fondato da Don Luigi Sturzo, e dopo la nascita della Democrazia Cristiana, con Alcide De Gasperi.

Il Cattolicesimo politico, dunque, è stato, fondamentale nelle scelte politiche del nostro Paese, ed ha creato le condizioni per farlo crescere, dopo le vicende del ventennio.  Orbene, la fine dei partiti storici, dopo le note vicende di Mani pulite, ha segnato una battuta d’arresto dell’azione politica in generale, a maggior ragione dei cattolici democratici, che si sono collocati  in ordine sparso in tutti i partiti. Così facendo, hanno indebolito e svuotato di significato tutto il movimento cattolico democratico, perché non vi è stata  una rappresentanza adeguata, e nessuna proposta politica unitaria. Chi ha atteso negli ultimi trent’anni, fiducioso di potere rivedere la rinascita del partito di appartenenza, è rimasto deluso, atteso che si sono formate tante piccole aggregazioni che rispecchiavano quelle idee, ma animate solo da interessi personali o di carriera, che come è ben noto, sono  tutte finite con nessuna proposta politica incisiva e nessun risultato concreto, per i cittadini di questo paese.

Ciò fu dovuto al fatto che, finiti i partiti tradizionali, la gestione politica di questi piccoli gruppi, è stata portata avanti da persone poco illuminate, con evidente risultato negativo, che ha avuto come effetto  lo scollamento dell’elettorato tradizionalmente cattolico. Tutti, dunque, oggi cercano di impostare una politica al centro dello schieramento politico nazionale, come  se proponendo una politica di centro il risultato elettorale è scontato, perché i voti vengono in modo naturale. No non è così. Il centro non è un luogo geometrico, ma posizione di proposte popolari e di tutela dei diritti fondamentali.

Lo vediamo con questi nuovi fautori nella proposizione di una formazione di centro, che  nasce  già distorta e senza idee del centro. Sono stati fatti tanti tentativi in questi anni per formare un centro politico, ma nessuno vi è riuscito, perché nasce con l’intendo di gestire solo potere e non come spirito di servizio.

Non è possibile associare una fase politica attorno alle idee del passato, senza avere la cognizione e la responsabilità del futuro.

Il dato fondamentale, dunque, per una corretta politica di un nuovo soggetto politico sono le  nuove idee, che sono alla base di un messaggio ai cittadini. Politica Insieme, sulle esperienze della storia, ma con uno sguardo al futuro innovativo, sta proponendo un nuovo soggetto politico, sulla base della  Dottrina Sociale della Chiesa, a tutela e difesa della Dignità della persona e dei Diritti Umani, unitamente al sindacato cattolico ed alle associazioni cattoliche, in piena autonomia, per contribuire al confronto politico nel Paese, costruendo una valida alternativa ai populisti e ai sovranisti, dunque, non è un vero nuovo soggetto politico, ma semmai  la continuazione e la realizzazione dei principi dei cattolici democratici, che sono principi di democrazia, libertà, e di eguaglianza.

Bisogna, dunque, condividere questo programma perché nel panorama politico, fatto di aggregazioni confuse e poco chiare, anche improvvisate e senza riferimento culturale,  è necessario un punto di riferimento certo per l’elettore per la guida della società nel paese. La crisi politica che stiamo attraversando, dipende anche dal fatto che è mancato un punto di riferimento per tanti elettori, che hanno dovuto astenersi dal votare o rivolgersi ad altri partiti, perché non era più presente il partito che rispecchiava le loro idee.

Alcuni amici, persistono e insistono nel volere ripristinare  il partito della Democrazia Cristiana, con una formazione politica di tipo federale di tutti i gruppetti minori,  fatto da  postdemocristiani.

E’ una impostazione di tipo doroteo, che umilia la vera storia del cattolicesimo politico. Essi non si rendono conto che l’epoca del partito della Democrazia Cristiana è finita e si apre una nuova fase politica, che necessita di nuovi uomini aggregati al nuovo progetto. Chi ha fallito, oggi non è più riproponibile, e non si può riproporre una politica basata sul nepotismo, perché in democrazia non è ammissibile il diritto ereditario. La storia non si ripete.

Politica Insieme, ritiene, invece, conclusa l’era della Democrazia Cristiana, e propone un nuovo soggetto politico che ha come base ideale il Popolarismo di Sturzo, e la Dottrina Sociale della Chiesa, idee qualificate e qualificanti, che sono attualmente ancora valide e vive, proprio perché l’idea della democrazia di Sturzo non è basata su alcuna ideologia, ma si basa su un confronto dialettico e una riforma dello Stato, che contrasta l’accentramento del potere. Tutto ciò è stato, già manifestato, nel Manifesto di Politica Insieme, in cui si esplicita il suo orientamento.

Sono allo studio attraverso le commissioni,  come dovrà essere il nuovo soggetto politico. Mi sia consentito, dunque, esporre alcune riflessioni per contribuire alla sua costituzione.

Innanzi tutto bisogna precisare che il nuovo soggetto non è dei cattolici, ma di cattolici, a cui potranno aderire tutti quelli che ne condivideranno le idee. Sarà un partito aconfessionale, perché il partito avrà un’impostazione laica, basato sulla laicità dello Stato.

Sarà un partito popolare, perché sarà difensore dei più deboli, ma guarderà a tutte le classi sociali, dunque interclassista, proprio perché la difesa della Dignità della persona, prescinde il suo stato sociale. Tutelerà il bene comune, come principio indispensabile della società, per il mantenimento della democrazia. E soprattutto sarà un partito aperto che porterà le istanze sociali in Parlamento, secondo il principio della democrazia rappresentativa. Tale azione politica dovrà essere supportata da una legge elettorale proporzionale, proprio per mettere i cittadini nello stato di eguaglianza, affinché tutti siano rappresentati in parlamento.

Il nuovo soggetto politico non sarà a conduzione personale, ma sarà basato su organismi statutari che collegialmente prenderanno le decisioni, con congressi per eleggere i rappresentanti statutari nei vari livelli. Si dovrà quindi approvare uno statuto e un regolamento  da parte della Direzione  nazionale appena insediata. Nella fase iniziale sarà una Direzione costituente per approdare ad un congresso.

Dovrà  essere ripristinato il finanziamento pubblico dei partiti, perché altrimenti la politica diventa succube della finanza e delle persone facoltose, non garantendo il bene sociale e le istanze dei cittadini, in specie dei più deboli. Il Parlamento sarà il luogo del confronto, per il dibattito politico e luogo di formazione della legislazione, cercando di limitare i Decreti dell’esecutivo. Insomma si riassegnino le funzioni originarie, previste dalla costituzione, a quella: legislativa, esecutiva e giurisdizionale, senza che vengano alterate. Bisogna condividere la costituzione garantista e non quella formale.

Si ribadisce, che oggi le leggi vengono spesso modificate, le loro approvazioni in Parlamento, non sono sempre dettate da intendimenti del senso generale come prevede la costituzione, ma vengono approvate per difesa di partito o di gruppi di pressione. Le leggi non possono essere modificate ad ogni cambio di maggioranza. Questo avviene solo nelle democrazie di tipo tribale. E’ necessaria una riforma dello Stato, perché oggi siamo in presenza di una forte burocratizzazione che contrasta lo sviluppo della nostra economia. La questione meridionale potrà essere risolta con una posizione regionalista e non centralizzata. Notiamo, come in quest’ultimo periodo si ricorre alla centralizzazione, ma l’Ente autarchico la regione ha un preciso scopo e funzione, decentrare sul territorio, le funzioni dello Stato che sono importanti per quel territorio. La legislazione non potrà essere uguale per tutte le regioni, perché vi sono comparti che differiscono nelle varie regioni, come l’agricoltura, il turismo, la pesca, l’industria, il commercio, la scuola, che incidono nello sviluppo  dell’economia del territorio. Le province devono essere ripristinate, poiché sono di coordinamento tra i Comuni e la Regione, e soprattutto servono per applicare le funzioni che la legge ha dato loro. Queste sono le autonomie locali previste dalla nostra costituzione, che comprende anche i comuni. Soprattutto è necessario tutelare i dettami della costituzione per garantire lo stato di diritto.

Quando una classe dirigente risulta lontana dalla coscienza generale del paese, allora siamo nel giusto periodo per cambiarla radicalmente con una nuova classe dirigente, affinché si adoperi per il bene comune ed i bisogni della volontà generale.

Oggi la volontà generale del Paese è tutta protesa all’occupazione e allo sviluppo economico, per assicurare un sicuro avvenire alle future generazioni, questo potrà essere fatto solo con un impegno costante di abnegazione e con probità, con correttezza amministrativa, con umiltà,  liberi da ogni condizionamento, con trasparenza politica e soprattutto con rispetto degli avversari politici, al fine di garantire e tutelare il bene comune.

Politica insieme si farà portatrice di una seria di proposte per il risanamento dello Stato, nel pieno rispetto delle regole democratiche dello stato di diritto, riconoscendo alla costituzione, fonte di legge, una funzione universale che salvaguarda i principi fondamentali dell’uomo e li tutela. Avrà, dunque, la responsabilità di rappresentare non un semplice partito, ma il paese nei suoi interessi principali, per la tutela dei diritti dei cittadini.

L’Italia è stata cofondatrice della Comunità Economica Europea, (C.E.C.A.), per cui l’Europa non potrà fare a meno del nostro Paese, né tantomeno può essere considerato il fatto che l’Italia possa uscire dall’Euro, come qualcuno vocifera. L’Europa è la nostra casa comune e non può essere disattesa. E’, dunque, necessario coadiuvare lo sviluppo dell’intera Europa, per migliorare le potenzialità del vecchio continente.

L’Italia appartiene ai Paesi Nato, dunque, non è immaginabile pensare una politica estera diversa da questa collocazione, perché contrasterebbe con gli accordi internazionali e storici del Paese.

Coloro che spingono il nostro Paese verso direzioni non praticabili, sono solo soggetti compromessi che predicano  per distruggere il Paese, non per fare bene o risolvere le problematiche dei cittadini, nell’interesse dell’Italia.

La collocazione del Paese, nel campo Europeo e Internazionale è ben delineata e non sarà possibile alcun cambiamento, pensare di cambiarlo è solo un’idea fuori dalla storia.

Politica Insieme, si adopererà per migliorare a tutti i livelli tale posizione, con l’intendo di difendere la Dignità delle persone e il bene comune, sia nel Paese, che nell’intera Europa, difendendo la stato di diritto e la libertà nel pieno rispetto della democrazia e della costituzione.

Il futuro della storia d’Italia potrà essere, radioso, luminoso, ma questo dipende solo da noi, come lo vogliamo e come vogliamo contribuire a realizzarlo. Politica insieme lancia “un appello a tutti gli uomini disponibili”, affinché si possa realizzare questo futuro brillante per tutti con l’auspicio che il messaggio venga recepito e portato avanti dagli uomini più volenterosi e sensibili, con  umiltà e  buon senso, con molto spirito di abnegazione per la tutela della Dignità della persona, della democrazia e della libertà.

La democrazia è un sistema politico complesso, che deve essere sempre vigilato e attenzionato, per evitare che possano nascere derive di tirannia che opprimerebbe il popolo, spetta ai partiti con sani principi difendere la democrazia al fine di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini, spetta al nuovo soggetto politico promosso da Politica Insieme.

Domenico Cutrona

About Author