Stiamo assistendo allo spettacolo che giornalmente va in onda dal “teatro” della politica di Roma. E’ un teatro animato dal piglio intransigente del partito che, come il suo nome, tiene “viva” l’Italia e la politica.
Il partito “Italia Viva” (IV) s’impone come antagonista costruttivo, nonché difensore della giusta ripartizione dei fondi del Recovery che l’Europa, grazie al momentaccio pandemico, ci concederà con finalità di scopo e per gettare le basi per costruire un’Europa moderna e più sostenibile. Dico ciò perché consapevole del fatto che in una situazione normale il finanziamento sarebbe stato per tutti noi un sogno irrealizzabile, tenuto conto della voragine del debito pubblico italiano.
Mi ha fatto riflettere non poco la ministra Bellanova – componente governativa – quando intervistata qualche settimana fa sull’atteggiamento tenuto dal suo partito IV ha risposto: “Ci vogliono infrastrutture utili da finanziare per il Sud. Lei lo sa quanto tempo si impiega per andare da Roma a Lecce? confrontando la tratta con quella fra Roma e Milano, per la quale con il treno ad altra velocità si impiegano poco più di tre ore. ”
E’ il caso di dire che la lingua tocca dove il dente duole, in quanto la signora Bellanova è di un paese della provincia di Brindisi e, quindi, guarda con attenzione alle sorti della sua bella Puglia. L’esempio estemporaneo della ministra colora di realismo la risposta e pertanto nulla da eccepire. Ritengo, tuttavia, che gli esempi vanno fatti estendendoli a tutto il Sud della Nazione che, con una crescita economica inesistente, è a rischio di perdurante sottosviluppo. Ne sappiamo qualcosa noi in Sicilia dove, a proposito del trasporto ferroviario, “l’alta velocità ” è un’espressione da usare solo verbalmente.
Il Sud è vasto e la sana progettualità per tutto il meridione vuol dire “occuparsi delle cose che servono” per archiviare, finalmente, la secolare questione meridionale. Tale questione nel 1800 si identificava, per lo più, con il brigantaggio; oggi io la identifico nella mancanza del “LIO”, ovvero mancanza di L(avoro), mancanza di I(nfrastrutture) adeguate – includendo tutto dai trasporti alla sanità, dall’istruzione alla pubblica amministrazione – e mancanza di O(pportunità) per i nostri giovani. Quest’ultimi, non avendo opportunità qui al Sud, hanno solo un destino di emigrazione.
I miliardi di euro Europei del fondo di recupero per il Sud dovranno essere investiti in adeguate opere di sviluppo, con spesa controllata, per riqualificare tutto il Meridione d’Italia. Tale riqualificazione eliminerà una delle tante disuguaglianze italiane: “il divario” oggi esistente fra il Sud depresso e il Nord più sviluppato.
Per realizzare questo sogno, che vorrei accostare “all’ombra infinita del vero”, di Pascoliana memoria, sono necessari costruttori adeguati da selezionare all’interno di una classe politica all’altezza del compito.
Salvatore Cucinella