La prima rata dei finanziamenti del Recovery Fund assegnata all’Italia (25 miliardi di euro) è stata incassata dal Tesoro. E’ quindi occasione. per fare il punto sul programma di riforme presentato dal governo.

E’ noto che queste risorse sono condizionate alla coerenza del piano per la ripresa (PNRR) con gli obiettivi concordati, all’approvazione delle riforme e alla loro effettiva realizzazione.

Il cronoprogramma dei provvedimenti è stato reso pubblico a cura dei servizi studi della Camere ed è leggibile in rete sui relativi sui siti.

Si può così constatare che della cinquantina di misure legislative previste dal PNRR già dieci hanno avviato l’iter parlamentare e che delle riforme più attese, quelle della giustizia penale è stata presentata dal governo, quella tributaria sarà presentata a settembre e quella della giustizia civile a dicembre. Le riforme dei vari settori nella pubblica amministrazione, che rientrano nell’obiettivo “Missione uno” (digitalizzazione e competitività) sono già stati avviati con decreti legge sulla semplificazione degli oneri burocratici, ambientali, dei contratti pubblici e altri.

Il lavoro richiesto al governo Draghi è quindi ben avviato anche se molti provvedimenti si stanno rivelando più complessi del previsto. Né mancano tentativi di resistenza, riluttanze ataviche in alcuni settori dello Stato, e le solte divergenze dentro i partiti.  Altri interventi prevedono inoltre forme di contrattazione con le parti in causa ed in ogni caso tutto dovrà passare l’esame del Parlamento.

Le difficoltà non mancano

Per gli investimenti correlati, affiorano già alcune difficoltà provocate dalle tensioni dei prezzi sui mercati delle materie prime e soprattutto difficoltà nel reperire le risorse umane adeguate. Si pensi alle carenze di competenze specialistiche, più tecniche che amministrative, richieste in particolare dagli interventi per la pubblica amministrazione e per la digitalizzazione delle procedure, che mettono già in concorrenza la domanda delle funzioni pubbliche con quella delle imprese private. I concorsi in atto hanno infatti già fatto emergere difficoltà nel reperire figure sulla base delle procedure selettive imposte dalla ricerca di competenze. Quanto alle imprese private sono note le carenze per migliaia di operatori specializzati ricercati dall’industria, dall’edilizia e dalla logistica (dati Unioncamere 2021). Non è un caso che entro l’anno dovrà essere presentata anche la riforma degli istituti tecnici professionali nell’ambito dei programmi “Missione 4” ( Istruzione e Ricerca).

Tutto ciò per limitarci all’anno in corso prevedendo il PNRR obiettivi sino al giugno 2024 e approvazioni sino al marzo 2026.

L’analisi di queste prospettive non può prescindere naturalmente dal quadro generale nel quale si collocano: l’andamento della emergenza sanitaria, le tensioni inflazionistiche sui mercati e soprattutto il quadro politico.

Nuovi orizzonti per i partiti

I partiti si trovano davanti ad una grande occasione per intervenire sui problemi strutturali del Paese sia per chi sostiene il governo sia per chi sta all’opposizione.  Ed è proprio in circostanze come questa che si dovrebbero misurare le loro capacità di promuovere occasioni di confronto e alla fine capacità di decidere. Lo ha ricordato con particolare chiarezza il presidente della fondazione che organizza ogni anno il Meeting per l’amicizia di Rimini, Bernhard Scholz nella intervista al Corriere della Sera (18 agosto). Non è certo un caso che l’interesse di quest’anno del meeting è sul ruolo dei partiti.

Risponde certamente alla esigenza di ognuno interpretare le ragioni delle proprie culture, ma mettere in campo, come fa il PD, solo i problemi dei diritti civili oppure, come fa la Lega, i permanenti slogan sul pericolo immigrati, è limitativo e potrebbe rivelarsi imprudente. Il futuro che si preannuncia interpella tutte le forze politiche su ben altre decisive questioni, prima fra tutte la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale delle infrastrutture perchè è qui che si misurerà la futura convivenza, speciamente dopo l’ultimo drammatico rapporto delle Nazioni Unite sul peggioramento del pianeta negli ultimi due decenni che ha trovato udienza solo a livello di governo. E’ uno spazio enorme che si apre e che riguarda tutti gli ambiti della politica, da quello europeo a quello nazionale, a quello delle comunità locali. Limitarsi alle ideologie e agli slogan sbrigativi che appartengono alla ricerca del consenso non serve più e in questo momento rischia solo di rallentare la particolare e forse unica occasione di una spinta decisiva alla ripresa.

In gioco c’è il rinnovamento vero del Paese e, come al solito, il consolidamento della democrazia in un tempo dove niente è più scontato.

Guido Puccio

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