Il “ Vangelo”: come Israele usa l’intelligenza artificiale per selezionare gli obiettivi dei bombardamenti. Questo il titolo di un articolo del quotidiano londinese “The Guardian”(CLICCA QUI):

Pensavamo di averle viste tutte, ma ci sbagliavamo. L’articolo è ripreso dall’infaticabile Maurizio Blondet che ne fa la traduzione, con una licenza del traduttore automatico (CLICCA QUI).

C’è da rimanere allibiti e attoniti: “Vangelo” è il nome in codice che l’esercito israeliano ha dato al programma di Intelligenza Artificiale utilizzato per selezionare gli obbiettivi tesi ad annientare Gaza con bombardamenti a tappeto. Scrive il Guardian che se è l’IA a selezionare gli obbiettivi, la cosa in qualche modo può anche servire a rimuove la responsabilità individuale dei militari, che possono così sostenere di non essere diretti responsabili delle morti.

L’unica spiegazione per l’utilizzo della parola “Vangelo” per il programma che finora ha diretto le 50000 tonnellate di bombe che hanno fatto più di 18000 morti civili di cui 7000 bambini (la qual cosa viene considerata una giusta rappresaglia), penso possano darla solo gli psicoanalisti, magari con una dichiarazione in tal senso dall’Associazione Internazionale Psicoanalitica (IPA).

Alla base dei comportamenti e delle decisioni del governo israeliano, c’è sicuramente una paranoia, forse neanche pienamente consapevole e in parte giustificata, prodotta dai tragici eventi storici e aggravata dalla purtroppo presente “sindrome da accerchiamento”: ma per quel che riguarda il capo del governo c’è qualcosa di più, che è anche qualcosa di inconfessabile.

Di certo i quasi 14 anni di gestione Netanyahu non hanno aiutato a superare le paure, che anzi per alcuni sono state alimentate ad arte per spingere la popolazione a votare coalizioni più inclini allo scontro che alla conciliazione, e tutto con il fine ultimo di impedire la formazione di uno stato palestinese, come ben spiegato nell’articolo di Politica Insieme, che riprende il NYT (CLICCA QUI).

Tutto viene distorto e l’uso indiscriminato della forza sembra l’unica alternativa. Ma non tutti sono d’accordo, a cominciare dal giornale israeliano Haaretz, che infatti il governo vorrebbe chiudere. In un articolo, sempre di Blondet, si possono leggere tutte le perplessità legate al fatto che tutti gli avvertimenti e i tantissimi segnali siano stati colpevolmente sottovalutati fino a poche ore prima del 7 Ottobre (CLICCA QUI).

Diceva Andreotti che a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca, e allora quello che emerge ha tutta l’aria di un piano cinico per liberare le terre occupate dai palestinesi. E come non ritornare, quindi, a qualche settimana prima, ed esattamente al 23 Settembre, quando Netanyahu, con spavalda sicurezza, presentava alle Nazioni Unite una cartina nella quale di fatto scomparivano Gaza e la Cis-Giordania, come da me scritto in un precedente articolo (CLICCA QUI). In definitiva, le tragiche vicende attuali sembrano la logica ed estrema conseguenza di una visone politica cinica, spietata, paranoica e antiumana, e mi verrebbe da dire diabolica,  portata avanti dal primo ministro israeliano.

Il Divo Giulio aveva affermato in Parlamento che se lui fosse nato in Palestina sicuramente sarebbe diventato un terrorista. Vorrei anche ricordare, per la storia, l’eroico confronto di Sigonella, con i mitra dei Carabinieri puntati contro i marines a difendere la legalità e la dignità della nostra Nazione. È stato forse l’unico momento in cui due uomini politici italiani, Andreotti e Craxi, hanno avuto il coraggio e la forza di opporsi ai diktat d’oltreoceano, pagandone poi pesantissime conseguenze: penso che sia giusto onorare quella memoria. A quel tempo avevamo una politica estera degna di tale nome, nulla a che vedere con l’attuale, ridotta a balbettare alcune banalità in maniera pappagallesca.

Sulla situazione in Medio Oriente finalmente l’Europa ha tentato una timida sortita, annunciando sanzioni verso i finanziatori di Hamas (anche verso Qatar e Turchia?), ma annunciando nel contempo restrizioni di vario tipo verso i coloni degli insediamenti abusivi in Cis-Giordania, come ad esempio il divieto di entrare in Europa: questa seconda parte di sanzioni, timidamente coraggiosa, è stata servilmente ignorata dai nostri giornali e telegiornali, che si sono soffermati solo sulla prima parte.

Allora ha piena ragione Alessandro Risso a chiedersi (CLICCA QUI)  se non siano sufficienti 12 palestinesi uccisi per ogni israeliano, i nazi battuti, per ora, 12 a 10, ma verrebbe quasi da pensare che il tentativo di soluzione finale per fare tabula rasa, costringendo i palestinesi all’espatrio forzato, preconizzato da Netanyahu, possa essere visto da alcuni come accettabile.

Massimo Brundisini

 

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