Nella biodiversità delle forme giuridiche, le B Corp sono in crescita, realizzano profitti ed assumono personale nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale. Nel 2021 sono cresciute in Italia del 26 per cento. 140 di esse hanno ottenuto la certificazione internazionale B Lab, in base ad un rigoroso B Impact Assessment. Sono imprese che creano valore per le persone.

Quale peso hanno nel sistema economico? Sono 4600 nel mondo, a fine 2021, 1400 in Europa, 140 in Italia. Il volume di affari è di 155 miliardi, 8 in Italia. I dipendenti sono 438 mila, 15 mila in Italia.  È quanto emerge dal primo report delle B Corp italiane, imprese che creano valore non solo per gli azionisti ma per tutti gli stakeholder. Attualmente si misurano su nuove aree di interesse: Gender equality, Education per formare nuove generazioni di imprenditori, Net Zero per una Carbon neutrality. Sono elementi fondamentali per lo sviluppo sostenibile di ogni azienda, per sbloccare il cambiamento e per generare conoscenza condivisa.

È in corso una campagna di comunicazione che vuole far conoscere agli italiani il nuovo paradigma economico e culturale. Si vuole far comprendere il modello di Stakeholder company innovativo, che supera la precedente versione Shareholder company guardando all’interesse della comunità, migliorando le performance sociali e ambientali così come gli obiettivi di profitto. La campagna Education vuole coinvolgere 400 scuole e si propone di raggiungere 4 milioni di studenti tra i 14 e 25 anni di età.  Questo paradigma generativo di una prosperità durevole e condivisa sta rendendo il nostro Paese un esempio per tutto il mondo. La sostenibilità è qualità, ricerca, sviluppo, prodotto, comunicazione, risorse umane, relazioni con i fornitori, clienti, Pubblica Amministrazione, territorio. Ormai è dimostrato che le imprese possono avere un impatto positivo per il pianeta, la comunità, le persone.

L’economia può essere più inclusiva, equa e rigenerativa. Possono essere grandi imprese multinazionali o piccoli imprenditori a base familiare. Costituiscono ormai una community coesa in diversi ambiti: servizi, farmaceutico, beauty, fashion, food & beverage, ITC. Dimostrano che una impresa cresce insieme al suo territorio, non a suo danno.

Quali aspetti vengono valutati nel Benefit? Eticità, trasparenza, impatto sulla comunità e sui clienti, benessere dei dipendenti e sostenibilità ambientale. 23 imprese italiane sono considerate tra le migliori al mondo. Fra queste Nativa, Aboca, Insieme Società cooperativa Benefit, Goodpoint, solo per fare alcuni nomi. A marzo partirà una campagna nazionale per affrontare le questioni sociali come l’uguaglianza di genere e l’istruzione, per fornire conoscenze e competenze ai giovani studenti in particolare. Da segnalare che le B Corp hanno per il 57 % la metà della forza lavoro femminile ed il 46% la metà del management. 49 B Corp si sono impegnate a realizzare la Climate neutrality entro il 2030.

L’ unità di questo mondo aziendale favorisce una forza della community certificata nei territori con effetto diffusivo. Un obiettivo molto condiviso nei tavoli di lavoro è quello di aiutare i giovani a interiorizzare nella loro vita un modello di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale per accelerare la transizione ecologica entro il 2050.
In conclusione, il cambiamento è possibile. Chi si trasforma in società Benefit sceglie di non fare solo profitti, ma di essere responsabili verso l’ambiente, i lavoratori, il territorio in cui si vive, con uno sguardo a lungo termine rivolto a ridurre disuguaglianze e conflitti. Si avvera la profezia di Adriano Olivetti: la prosperità inclusiva, mutuata dagli economisti civili. Afferma il Manifesto B Corp: “… rendere l’economia e la società inclusiva e capace di creare opportunità per tutti. Diffondere modelli economici rigenerativi che restituiscano alla biosfera e alla società più valore di quanto ne assorbono per operare“.  Etica, bilanci positivi ed occupazione possono coesistere anche in piena pandemia.

Silvio Minnetti

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