Sono un infermiere operante nel Servizio Sanitario Regionale della Lombardia dal 1995. Ho vissuto le varie riforme sanitarie da quegli anni ad oggi. Riflettere, predisporre, progettare una riforma implica l’assunzione di una responsabilità umana, etica, civica di conoscenza, appropriatezza e consapevolezza che devono essere insite nella persona che si approccia a questa azione. Forse sono aspetti ben più superiori di una competenza, che comunque con umiltà si possono acquisire nel tempo, attraverso lo studio approfondito della storia, delle dinamiche di un territorio e delle persone lì viventi.
Nella serata del 19 Ottobre u.s. ho visto e ascoltato il programma televisivo Report (Rai Tre), inerente un aspetto della ormai negativamente contaminata amministrazione pubblica regionale lombarda (non è la prima volta che il giornalismo d’inchiesta ci porta a conoscenza di tali fatti). Siamo tutti consapevoli di storture venticinquennali: ancora si persevera e si permette? Con che coscienza e spirito di servizio?
Mettiamo da parte la pandemia per un attimo: se negli ultimi venticinque anni l’organizzazione amministrativa fosse stata retta in altro modo, la situazione sarebbe oggi ben diversa e nettamente migliore, con o senza eventi particolari. Le problematiche che si trascinano da poco più di un ventennio sono ormai note a tutti, ma non hanno trovato una
trasformazione efficace e garante di serietà per la collettività tutta.
Quale eccellenza vi sarebbe in questa regione? Sì, quella di cittadini, professionalità e servizi che lavorano con principio e non con interesse personale. Dichiarò l’ex Assessore alla Sanità Dott. Alessandro Cè, all’alba delle prime indagini sulla malasanità lombarda a cui contribuì riscontrando diverse anomalie: “…la sanità lombarda funziona ancora perché vi sono ancora bravi professionisti che ancora la reggono…”. E insisto con il quesito. Perché se quanto visto (sanità mangiatoia dei partiti e non solo), contaminerà dal basso anche quei validi professionisti e i buoni servizi capiamo dove e come andremo a finire e nemmeno una folata di vento riusciremo a sostenere. Ma una realtà amministrativa locale, regionale o nazionale con un midollo indenne esiste? Se sì vorrei che si diffondessero ovunque per sanare il più possibile dove vi sono gli aspetti negativi.
Per essere politici (prima che fare), è prassi comune passare per quelle strade mostrate nella trasmissione televisiva? Per essere sindaci o per coprire altre cariche istituzionali che hanno la responsabilità di facilitare la vita di tutti, serve scendere a patti con una determinata persona, con una struttura deviante? Maree di soldi per campagne elettorali? Serve obbligatoriamente sfarzosità? Non basta una semplicità di strumenti e di programma, ma realizzato bene e senza retroscena incivili? Gli scambi di favori: il consenso lo avrai se persona sarai, non per altro. Apparati dello Stato, partiti politici che si affidano a faccendieri per ottenere che cosa? Non deve più funzionare così e non si deve più aspettare che i nodi vengano al pettine, perché di nodi non se ne devono fare.
Forse è veramente il caso di di provvedere a un riordino amministrativo dello Stato, a un rinvigorimento dei valori della Pubblica Amministrazione e, soprattutto, far emergere di più le vere coscienze delle persone che, con serietà ed onestà, scenderanno in campo o si metteranno a disposizione per una passione politica che susciti interesse collettivo e comunitario.
Per quel poco di Politica che ho iniziato ad approfondire da circa dieci anni, quella sera mi sono voluto far del male. Immaginavo già il contenuto, ma la naturalezza dei coinvolti nel descrivere un obbrobrio come se fosse tutto normale, mi ha fatto chiedere se impegnarmi in una Politica seria o dedicarmi ad altro. Spero che gli interrogativi posti siano un tarlo presente in molti. Domani nuove giunte o consigli comunali e/o regionali, per non parlare dei livelli di governo nazionale, che prenderanno in carico quel tipo di vergognosa eredità, dovranno operare per tutto il mandato ad aggiustare ciò che è deviato: altro che pensare a progetti e programmi! Si dovrà sollecitare una simbiosi mai vista prima tra queste persone coraggiose. Perché anche di coraggio avranno bisogno e di un supporto civico non indifferente.
Ho capito ancora una volta di più il perché di riforme o decisioni insensate e indotte nella regione e nei territori in cui sono nato, cresciuto e lavoro. La conferma che quanto è in essere oggi è dovuto non ad errori imprevisti, ma a tutt’altro per cui non saprei nemmeno che terminologia utilizzare.
Lo scoramento è pesante, ma serve altro, altrettanto pesante, per contrastare questa inguardabile deriva. Il 2023 è domani mattina: occorre mettersi al lavoro velocemente e proficuamente. Che persone oneste e rette si uniscano presto.
Marco Torriani