Credo che per un partito appena nato come INSIEME, la pandemia da Covid sia un’importante sfida per dare prova delle proprie capacità, come forza politica. La situazione è inedita, almeno come vissuto personale, e bisogna ricorrere agli annali storici delle passate epidemie per fare dei confronti. La più vicina, la “Spagnola” giusto cent’anni fa causò nel mondo circa cinquanta milioni di morti, poco meno del 4% della popolazione mondiale di allora. I dati aggiornati della Sars-CoV2 riportano un numero di infettati prossimo a quota 200 milioni, con più di 4,1 milioni di morti; circa il 2 per mille della popolazione attuale. Allora non ci furono vaccini in grado di contrastare la diffusione del virus e ci si affidò alle cure finendo poi per rassegnarsi alla riduzione spontanea. Fu un flagello e devastanti le conseguenze sul piano fisico e psicologico. Aggiornando i dati di allora alla popolazione attuale, gli infettati salirebbero a circa 2,2 miliardi, con una previsione teorica di più di 200 milioni di morti. Basterebbero questi dati a tacitare qualsiasi benpensante; ma proviamo lo stesso a fare qualche ragionamento.

Ho aderito a INSIEME perché si rifà all’ispirazione cristiana e alla Dottrina Sociale della Chiesa e se ne fa carico per tradurre pricipi e insegnamenti religiosi in proposte e scelte politiche, pur mantenendo una visione laica. Quando si seguono le linee fondamentali della religione cristiana, l’osservanza delle norme civiche, diventa un fatto del tutto naturale, fisiologico. Rispetto del prossimo, della proprietà pubblica e privata, inclinazione al bene e atti di altruismo e generosità, sono semplici corollari di comportamenti coerenti coi precetti della religione cristiana, secondo cui la rettitudine morale è la libertà di fare quello che si deve, non quello che si vuole.

C’è una gran confusione in giro e si è portati a pensare che qualcuno ci marci. Nella società della comunicazione a spot in cui tutto si dice e si contraddice, effluvi di messaggi appaiono e scompaiono come meteore e la parola assurge a verbo ma efimero. Conta fare colpo, catturare l’attenzione, suggestionare: alimentare di continuo il sensazionalismo. Non importa che le notizie siano vere, ma che qualcuno ci creda. Avere un sito o una rubrica sui Social, può diventare un’importante fonte di reddito e un formidabile strumento di manipolazione del consenso. Sempre di più sono i politici che vi ricorrono per monitorare il proprio indice di popolarità e conoscere gli umori della piazza.

In tempi come questi può essere interessante sapere cosa ne pensano i cittadini dei provvedimenti del Governo per gestire per la gestione della pandemia. Ovunque nel mondo si registrano critiche e malumori e il popolo dei No Vax manifesta la propria opposizione verso le misure dell’Autorità Pubblica, bollate come violazioni della libertà privata. Così succede nei regimi democratici, dove la tutela delle libertà personali è affidata al consenso informato, presidio a garanzia della salute del cittadino nell’accettare le cure che lo riguardano. Ma quando siamo di fronte a un’emergenza sanitaria come quella in cui ci troviamo per la presenza del Sars CoV 2, come coniugare le libertà personali con gli interessi collettivi e la salvaguardia della salute pubblica?

Il Presidente della Repubblica non perde occasione per sottolinere che il vaccino è un dovere civico e morale, ma autorevoli membri del Governo sostengono che di una scelta si tratti e non di un obbligo. L’opposizione condanna senza riserve il Green Pass come un orpello inutile e dannoso per l’economia. In merito l’art.16 della nostra Costituzione è chiaro quando afferma che “ogni cittadino è libero di circolare e soggiornare in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza”.

In sintesi si potrebbe dire ognuno fa quel che vuole e andiamo avanti così. Potrebbe essere una soluzione. Il sistema si autoregola, come già successo. Il virus si diffonde fin che può e, dopo aver causato qualche centinaio di milioni di morti, soddisfatto, potrebbe mollare la presa e andare altrove.

In punta di diritto si possono sostenere molte tesi a favore dell’inviolabilità delle libertà personali, ma finchè questo virus continuerà a trasmettersi da una persona all’altra non ci sono molti modi per contrastarlo. Il distanziamento è efficace ma ha alti prezzi sociali e economici; le cure, a distanza di due anni, hanno dimostrato di essere solo parzialmente risolutive e con tempi incompatibili con elevati tassi di infezione, per cui non rimane che il vaccino, nelle sue note varianti.

Non si avverte ancora una generale presa di coscienza della gravità della situazione in atto e della necessità di agire responsabilmente, rinunciando alle speculazioni politiche: in gioco è il destino dell’umanità, da cui potrebbero salvarsi i pochi in condizioni di cambiare pianeta, ma non credo sia una soluzione praticabile. Ho piuttosto l’impressione che molti ancora stiano sottovalutando quanto ci è capitato, altrimenti non si capisce come un medico possa abiurare al proprio impegno deontologico disconoscendo l’efficacia dei vaccini, di come gli insegnanti possano sconfessare il progresso delle conoscenze e pretendere di continuare a insegnare, di come ricusare il primato della scienza e affidarsi alle suggestioni.

Preoccupa l’oscurantismo della ragione ma ancora di più l’acquiescenza del male. La libertà di un popolo non è un esercizio a somma zero, e richiede che ognuno rinunci a parte della propria a favore degli altri. Infatti, non di somma si tratta ma di sottrazione e la tutela dei più, passa dalle rinunce dei singoli. Se qualcuno si chiama fuori il sistema salta.

Chissà cosa avrebbero pensato i 50 milioni di morti della Spagnola di queste raffinate disquisizioni, ma se oggi se ne parla è grazie ai più di 4 miliardi di dosi di vaccino somministrate che sono servite a contenere la diffusione del virus. Credo che senza vaccini oggi racconteremmo un’altra storia, ben più triste e drammatica e non so quale trattamento potrebbero ricevere quanti rivendicano il diritto di eccepire e la pretesa di salvaguardare le loro pur rispettabili opinioni.

Finché non si troverà un antidoto specifico per debellare il Covid 19, di vaccini ne serviranno ancora miliardi e che questo sia fonte di guadagno per le grandi case farmaceutiche non è un motivo sufficiente per rinunciarvi.

Chi nella vita segue o si ispira agli insegnamenti della Dottrina cristiana non ha dubbi di sorta su come comportarsi di fronte alla pandemia e non dipende dalle decisioni del Governo perché sa qual’è la cosa giusta da fare per sé e per gli altri.

Tengo a precisare che non è la via della virtù, come qualcuno ha scritto, ma semplicemente della responsabilità: personale, questo sì.

Adalberto Notarpietro

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