I traguardi ed i valori cui affidiamo le priorità e, nel contempo, la sintesi del percorso politico che abbiamo intrapreso con l’ assemblea fondativa di questi due giorni, li abbiamo inscritti, nel simbolo del nuovo partito, nel campo blu della bandiera d’Europa.
Accompagnati dalle dodici stelle, ispirate alla corona della Donna dell’Apocalisse, vestita di sole e con la luna sotto i piedi, come ha espressamente affermato lo stesso Arsene Heitz, il designer che ha ideato il vessillo, adottato ufficialmente dal Consiglio d’Europa, l’8 dicembre 1955. Una sorta di rivincita previa nei confronti di chi ha voluto che le radici ebraiche e cristiane non fossero neppure citate nel testo della Costituzione d’Europa ?
“Insieme”, peraltro, è un’espressione forte. “Insieme” si dice, anzitutto, come ci ha ricordato in questi giorni l’amico Alessandro Diotallevi, delle persone. Ed il nostro non è un aggregato di gruppi diversi che tutt’al più possono condividere un comune interesse elettorale, bensì un partito di persone che giungono da una pluralità di esperienze , rappresentano realtà locali più o meno ampie, ma rispondono ciascuna di sé stessa, testimoniano una convinzione ed un impegno diretto, recano al partito che nasce la loro personale capacità critica, la loro autonomia di giudizio, la loro responsabilità, entro un percorso collegiale di ricerca comune. La loro capacita’ di “res-pondere”, di soppesare, valutare, far proprie nella mente e nel cuore, le cose del mondo per corrispondervi consapevolmente e possibilmente guidarle, anziché lasciarsi condurre dall’onda di eventi che sembrano accadere di per sé.
Ma “Insieme” si può dire anche dei contenuti della nostra azione politica, degli obiettivi che vogliamo perseguire.
Chi fin d’ora volesse leggere per esteso il nostro Documento Politico-Programmatico constaterebbe – si potrebbe dire – come non abbia una struttura bidimensionale, cioè la fisionomia di un piatto elenco di cose più o meno sgranate da fare, ma piuttosto cerchi di assomigliare ad un’architettura, ad una struttura a tre dimensioni, in cui contano si’ i singoli elementi contemplati, ma anche, e per certi aspetti soprattutto, la disposizione spaziale che assumono
gli uni con gli altri, quindi le relazioni che tra loro si intrecciano.
Soprattutto, “Insieme” segnala la volontà di uno sforzo comune, il potenziamento che l’azione di ciascuno acquisisce se, anziche’ esprimersi in solitudine, si lega allo sforzo di altri amici. Indica una tendenza che si muove controcorrente al clima oggi imperante, verso una coesione ed una compattezza che cercano di contrastare la liquidità sociale che lamentiamo, creando un punto di aggregazione che vuol concorrere a dare consistenza al nostro tessuto civile.
Nasciamo nel giorno di San Francesco, Patrono d’Italia, presso la cui tomba Papa Francesco ieri ha firmato la sua terza Enciclica, dedicata alla fratellanza e ci sentiamo incoraggiati da questa coincidenza. Coincidenza che anche il Cardinal Re ci ha ricordato, segnalandoci – nell’omelia della Santa Messa che ha celebrato per noi all’avvio dei lavori della seconda giornata della nostra Assemblea – tre indirizzi da osservare: onesta’, competenza, spirito di servizio.
Anche qui non si tratta di un elenco di impegni separati e distinti, ma che, piuttosto, reciprocamente si tengono.
Si può essere “onesti”, intellettualmente onesti, ad esempio, esercitando una funzione pubblica senza essere competenti?
E si può esprimere compiutamente la propria competenza, senza quella rettitudine morale che impedisce di addomesticarla a vantaggio di qualche miglior opportunità personale o per compiacere al potente di turno?
In quanto allo “spirito di servizio” non è forse la formulazione più semplice di quell’orientamento al “bene comune” che dovrebbe essere addirittura un fattore implicito di ogni azione orientata alla politica ed al governo di ogni comunità, cominciando da quelle locali?
Abbiamo superato un traguardo importante ed avviato un nuovo tratto del nostro cammino.
Per avanzare senza strappi, con il passo cadenzato che richiedono i percorsi ripidi e irti, bisogna che mai venga meno la consapevolezza delle difficoltà connesse, anzi necessariamente intrinseche alla scommessa in cui siamo impegnati.
Domenico Galbiati

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