Il Congresso Nazionale tenuto nei giorni scorsi a Roma, con l’elezione degli Organi Direttivi ha ufficializzato formalmente l’avvio di INSIEME, come nuova formazione politica. Si è registrato un dibattito vivace e interessante dove, oltre le mozioni programmatiche, su cui si misuravano le scelte di indirizzo politico, sono state discusse molte mozioni (ben 14) su temi sensibili, come famiglia, lavoro, welfare, immigrazione, ordinamenti giuridici, giustizia, sistemi elettorali, territorio, urbanistica, ambiente, organizzazione.
Si è anche discusso di scienza, tema quest’ultimo che in ragione della pandemia è diventato di dominio pubblico o per meglio dire, un dibattuto argomento di conversazione. Se prima eravamo noti per essere un paese di poeti, santi e navigatori, adesso possiamo anche fregiarci del titolo di virologi, infettivologi, epidemiologi e tutti gli altri “ologi” del caso. Tutti esperti ovvero tuttologi, specialità per eccellenza appannaggio di quanti si compiacciono di sapere tutto di niente.
In merito circolano le argomentazioni più assurde, affidate a sensazioni prive di qualsiasi legittimazione scientifica, che però diventano elementi dirimenti nel decidere se accettare una profilassi o farne a meno. Un like vale molto più di tante lauree e il consenso fa premio sulla verità: qualunque essa sia.
Così va oggi nel mondo e, non lo scientismo che una dignità l’avrebbe, ma la pura, crassa ignoranza si impone sulla conoscenza liquidando il sapere come supponenza della classe medica o di una delle tante snobbate elite culturali.
Credo che questo terreno di coltura abbia favorito, se non contribuito, a presentare la mozione sulla Scienza, come necessità di informare il partito non solo all’ispirazione cristiana ma anche alla verità scientifica.
Forse lo strumento non è tra i più adatti a prendere in esame una questione eticamente delicata e di alto profilo culturale, che chiama in causa anche aspetti di natura antropologica, tant’è che l’assemblea ha deciso di dedicarle un’apposita sessione; ma è bene che se ne sia parlato.
Un partito laico, come si professa INSIEME deve fare chiarezza sul punto ovvero definire il proprio stigma politico senza parzialità e incertezze. La mozione ha avuto il merito di richiamare all’attenzione di tutti la coerenza generativa del Partito e la sua declinazione manifesta, oltre le intime convinzioni dei fondatori. C’è infatti un continuo bisogno di far sapere quali sono i presupposti, gli indirizzi e gli obiettivi di INSIEME, affinché non ci siano dubbi di sorta su cosa vuol essere.
L’aver posto la questione ha fatto sorgere, infatti, qualche perplessità sulla matrice fondativa del Partito, in cui la Dottrina Sociale della Chiesa è apparsa di colpo totalizzante ed esclusiva, con la qualifica di laico più virtuale che reale. In realtà, sul punto basterebbe rifarsi ai principi che qualificano il documento del Magistero ecclesiale per fugare qualsiasi dubbio sulla pedagogia della parola e la laicità della prassi.
Giusto allora chiedersi se l’essere Alternativi, Unitari, Centristi, Europeisti, Popolari, come propone INSIEME, sia sufficientemente rappresentato negli insegnamenti della Dottrina Sociale che, giova ricordarlo non è il Catechismo dei fedeli ma l’insieme di norme, insegnamenti, principi che indirizzano l’uomo verso il bene comune, attraverso la convivenza civile. Utile allora precisare che, com’è nelle intenzioni di INSIEME col rifarsi all’ispirazione cristiana nella sua proposta politica, le ragioni della fede non sono in antitesi con la fede nella ragione, come la Chiesa ha ampiamente dimostrato, specie con Papa Francesco.
Bene quindi discutere e chiarire e, pur rimandando ai necessari approfondimenti, guardiamo intanto a INSIEME come a un Partito di ispirazione cristiana aperto alla conoscenza.
Adalberto Notarpietro