“Non vedo ragioni per sedersi nei prossimi giorni, per riunirsi di nuovo e avviare le stesse discussioni”. Questa la secca dichiarazione del viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, il capo delegazione di Mosca nel corso degli incontri tenuti sulla crisi ucraina. A suo dire pesa la minaccia che Stati Uniti ed Europa possano andare avanti con l’idea di introdurre nuove pesanti sanzioni alla Russia. La risposta è che pesano i 100 mila uomini schierati oramai da tempo appena al di là del confine dell’Ucraina, cosa che rende molto probabile, anche nell’ottica della Nato, l’intenzione di Mosca di invadere il paese vicino.

Il fallimento dei colloqui ha coinciso con la denuncia proveniente da fonti delle agenzie di sicurezza americane sulla presenza di sabotatori russi all’interno delle linee degli ucraini infiltrati per creare un pretesto per giustificare l’invasione da parte delle truppe di Mosca. La Casa Bianca non ha reso noti dettagli al riguardo limitandosi a sostenere che la conferma è venuta da intercettazioni e da non meglio precisate “osservazioni” dei movimenti delle persone in questione. Il pretesto per un invasione russa, insomma, sarebbe creata da finti militari ucraini impegnati in finti attacchi contro le truppe russe di confine.

Una fonte anonima dell’intelligence Usa sostiene che un simile sotterfugio venne utilizzato dai russi nel 2014 per giustificare l’aggressione della Crimea, tuttora annessa alla Russia. La stessa fonte ritiene che la presenza dei sabotatori potrebbe far pensare ad un possibile attacco contro l’Ucraina condotto nell’arco delle prossime imminenti tre, quattro settimane.

La vittima di questa settimana, dunque, è la possibilità di una soluzione della crisi da considerarsi la più grave da quando è caduta l’Unione Sovietica. Chi risorge invece da una lunga crisi d’immagine, dopo il ritiro dall’Afghanistan, e di sostanza, a seguito delle dure critiche di Donald Trump, è la Nato. Di colpo, anche grazie alla pesante tensione con Mosca, l’Alleanza del Nord Atlantico riveste quei panni che le erano stati ritagliati addosso dal ’49 in poi e che a lungo ha svolto in funzione anti sovietica e di difesa dei paesi europei occidentali.

La critica situazione porta inevitabilmente a far soffiare venti di duro contrasto, se non addirittura di scontro aperto, che poi si dovrà vedere quali forme concrete potrebbe finire per prendere. Anche il linguaggio sembra farci tornare indietro di molti decenni. A quello aspro dei russi, risponde il Segretario generale della Nato: I russi vogliono ristabilire una sorta di influenza riservata alle grandi potenze, ma America del Nord ed Europa difendono la democrazia. Se useranno la forza contro Kiev ci saranno gravi conseguenze economiche, politiche e finanziarie: sosteniamo l’Ucraina”

 

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