Il Pnrr è ammantato di chissà quale idea di interessare solamente i grandi progetti mentre, invece, può costituire lo strumento per risolvere piccoli, ma enormi problemi della vita quotidiana degli italiani. Spesso alle prese con sprechi e ritardi organizzativi e tecnologici. Prendiamo il caso di un bene primario essenziale come quello dell’acqua, oggetto da anni di grandi discussioni perché alla sua dissipazione, causata da impianti di distribuzione e di captazione vecchi e fatiscenti, qualcuno preferisce rispondere con la solita idea della privatizzazione.

Secondo alcuni dati Istat (CLICCA QUI), nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (la percentuale era del 37,3% nel
2018). Quotidianamente, vengono erogati 236 i litri per abitante immessi nelle reti di distribuzione pari ad una quantità totale di  circa nove miliardi di litri al giorno. Il calcolo dello spreco è presto fatti e ci porta a constatare che sprechiamo per i motivi più disparati, ma molti connessi alle condizioni dei circa  500.000 chilometri che costituiscono il totale delle nostre reti di distribuzione, più di 3,258 miliardi di litri di questo prezioso prodotto della natura.

E’ quasi la stessa quantità d’acqua perduta in Inghilterra e Galles, stando almeno alle recenti rilevazioni dell’autorità di controllo britannico Ofwat che sovrintende alla rete idrica nelle due regioni britanniche costituita da oltre 350 chilometri di condutture, che salgono agli stessi numeri della sistema italiano se si aggiungono pure quelli della Scozia.

La risposta britannica di cui potremmo fare risorsa anche noi, appunto utilizzando intelligentemente i finanziamenti del Pnrr, è quella della utilizzazione robot in miniatura in grado di controllare le condizioni delle reti di distribuzione  e di segnalare la necessità d’intervento lungo la rete nel caso di guasti e di perdite.

Anche in Gran Bretagna, lo conferma l’ultimo rapporto Ofwat, emerge la mancanza d’ investimenti da parte delle compagnie idriche evidentemente interessate solo a seguire la logica della massimizzazione dei profitti.

L’uso dei robot è sollecitato dalla costatazione che in molte aree britanniche solo circa la metà delle perdite sono visibili. Il Governo di Londra ha fissato l’obiettivo di dimezzare la quantità di acqua persa entro il 2050 e i gestori dovranno intervenire al riguardo.

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