Boris Johnson è proprio un gran simpaticone. Ha fatto ottimi studi, è erudito e colto. E’ anche un furbacchione e, così, si è aggrappato all’astuzia per svicolare dalla situazione in cui si è cacciato nell’insistere a non voler chiedere a Bruxelles un ulteriore rinvio per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Boris non voleva proprio scrivere, ma il Parlamento di Westminster ha continuato petulante a insistere con successive votazioni, ogni volta dimostrando che egli non ha più una maggioranza. Insomma, Johnson rischiava di  finire in tribunale sotto gravi accuse con la quasi certezza di poter persino finire in prigione.

Allora, l’ex primo cittadino di Londra si è ricordato delle sottigliezze, dei bizantinismi e delle scaltrezze levantine, da lui abbondantemente studiate a Oxford, e si è “ inventato” la lettera senza firma.

Ha inviato a Bruxelles la missiva che gli ha ordinato di scrivere il Parlamento, ma in forma anonima, senza cioè approvi la sua impegnativa sigla. L’ha accompagnata con un altro messaggio, questa volta sottoscritto con tanto di nome e cognome, nel quale Boris Johnson si è preso la soddisfazione di esprime la contrarietà del suo governo all’ipotesi di un rinvio.

Poi, dicono delle alchimie e delle ” furbate” degli italiani…

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