Come ha scritto Domenico Galbiati pochi giorni fa il Vescovo Delpini ( CLICCA QUI ) sta dettagliando la Politica della Speranza da lui indicata pastoralmente per il periodo di Avvento che nella liturgia ambrosiana ha una durata di due settimane superiore alla liturgia romana.

Alla vigilia di Sant’Ambrogio, nel tradizionale discorso alla Città, indica la ricetta per costruire la Politica della Speranza: Gentilezza e Fermezza.

Come fece Sant’Ambrogio 1700 anni fa, quando il popolo milanese viveva una stagione di lotte popolari violente e a livello europeo vincevano le lotte tra imperialismi, bisogna far prevalere atteggiamenti costruttivi e, rivolto agli amministratori pubblici, che i cittadini non vengano considerati dei clienti ma dei protagonisti della cultura della responsabilità. Occorre stile, bisogna essere pazienti e lungimiranti; non bisogna, neppure nel linguaggio, inseguire le pseudoculture dominanti. Bisogna andare controcorrente rispetto alla sloganistica semplicistica e all’esasperazione dell’individualismo che vuole prevalere su ogni attenzione alla comunità nel suo complesso.

Delpini indica anche alcune priorità. Innanzitutto la famiglia attraverso forti politiche della casa, del lavoro e della solidarietà anche contrastando la solitudine che, nel periodo di pandemia che viviamo, porta addirittura ad esasperazioni dannose specialmente nelle giovani generazioni. Poi l’emergenza educativa, anch’essa fortemente danneggiata dalla pandemia, perché dal rapporto tra la famiglia e le istituzioni deve essere costruita la società di domani; tutti sono e devono essere protagonisti in questa prospettiva che deve creare il futuro, la prosperità non soltanto economica ma anche sociale e, in una parola, la pace. Ancora ambiente e lavoro come ben approcciato, discusso e riassunto nella settimana sociale di Taranto di fine ottobre. La nostra terra è desiderabile o ostile a seconda che l’uomo abbia coltivato in essa rapporti di sano lavoro o di conflittualità.

A questo proposito bisogna che tutti diventino “artigiani del bene comune” perché trasmettendo gentilezza e serietà ne emerga un nuovo vivere pieno di bene e di bellezza. Per realizzare questi obiettivi è necessaria, insieme alla gentilezza, anche la fermezza. Anche di più è necessaria fierezza, convinzione della missione che dobbiamo compiere. Farsi interpellare dagli “scarti della società” per generare politiche di autentica solidarietà; mai lasciarsi cadere le braccia, ma anzi riscoprire le grandi virtù che i milanesi, di origine ed emigrati, hanno saputo far diventare opere nella Città.

La Città deve saper reagire alla violenza dilagante, specialmente nei confronti delle donne; deve saper rispondere alle domande di una società che si fa sempre più esigente; deve impegnarsi nella “politica della Speranza”; deve rifuggire dall’astensione e dal non voto; deve essere protagonista; deve essere lungimirante come fu Sant’Ambrogio che seppe riscattare la Città facendo leva sulle energie e sull’impegno di tutti anche dei più fragili e più bisognosi.

Un discorso, dunque, a tutto campo e di largo respiro che si rivolge ai governanti, alle forze imprenditoriali, professionali, sindacali, perché soltanto attraverso un serio impegno comune, improntato alla Gentilezza e alla Fermezza, si potrà prospettare un forte futuro.

Gianni Verga

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