Curare e assistere, prendersi cura, umanizzare, avere a cuore le relazioni con tutti, accogliere le fragilità e donare amore e speranza: ecco in sintesi il messaggio profondo arrivato dal secondo incontro di riflessione etica 2019/2020 promosso a Oderzo dall’Azione Cattolica vittoriese in collaborazione con l’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”. Sala gremita e grande interesse per la tavola rotonda coordinata dal direttore scientifico del “Beato Toniolo”, Marco Zabotti, introdotta dalla riflessione dei vicepresidenti per il settore adulti, Gino Sutto e Stefania Casagrande, sul significato del percorso associativo “Abitare la vita. Dal concepimento alla morte naturale”.
Nel tempo della Giornata per la Vita, in cui l’Azione Cattolica dei ragazzi è sempre impegnata con l’offerta delle primule per Casa Mater Dei, e della Giornata mondiale del Malato dell’11 febbraio, il confronto ha messo in luce “Le buone pratiche di chi accoglie, cura e accompagna la vita”, come era nel titolo della serata svoltasi nella Sala del Campanile della parrocchia del Duomo opitergino.
Il grande tema della vita, dunque, in ogni sua fase, con la persona al centro.
Suor Carmelita Follador, animatrice di Casa Mater Dei a Vittorio Veneto, ha raccontato l’esperienza viva quotidiana con la bellezza del dono dei bambini e le giornate non sempre facili delle madri ospitate nella struttura diocesana, lanciando un appello alla fine a tutti perché ci sia maggiore impegno e disponibilità per poter offrire una casa e un lavoro a queste donne in un tempo delicato della loro esistenza.
Il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, ha ricordato la complessità del settore sanitario e sociale sul nostro territorio, i grandi passi in avanti compiuti dalla medicina negli anni e al tempo stesso la necessità di affrontate le grandi sfide che derivano oggi dai profondi mutamenti della società, a livello demografico, sociale e di risorse a disposizione per il welfare dei cittadini, nell’ottica del diritto-dovere alla salute.
La direttrice dell’unità operativa cure palliative dell’Ulss 2, Paola Paiusco, dal canto suo ha evidenziato la delicatezza del tema dell’accompagnamento del malato nella fase terminale della vita, attraverso l’assistenza domiciliare e in strutture come l’Antica Fonte di Vittorio Veneto, in cui l’opera di umanizzazione e la ricerca di relazioni significative con il paziente e i familiari diventano la forma autentica e concreta di solidarietà con la persona nella fase più difficile della sua umana condizione di fragilità.
Infine, la vice presidente dell’Advar provinciale di Treviso, Maria Eufrasia Valori, ha espresso con forza e convinzione il senso della sua missione di volontaria in una associazione che mette grande attenzione all’accompagnamento amorevole del malato terminale, a livello domiciliare e alla Casa dei Gelsi di Treviso, attraverso un lavoro di rete che mette tutti nella condizione di offrire il meglio delle proprie capacità al servizio della vita sofferente.
La serata – che con il suo successo di presenze e di generale apprezzamento ha dato ragione alla passione, alla determinazione e al grande impegno organizzativo dei promotori AC – è stata arricchita da alcuni applauditi momenti di lettura proposti da Alessandra Poloniato, attrice teatrale della Compagnia della Luna Buona, accompagnati dai brani musicali all’arpa celtica di Giada Dal Cin.