Rispetto al mese di febbraio del 2021 il recupero è stato sostanzioso – +777mila (+3,5%) – e risulta superiore alla media per le componenti delle donne e dei giovani under 35 anni. L’analisi delle serie storiche operata dall’Istat consente di aggiornare anche la lettura di quanto avvenuto nel corso dell’emergenza sanitaria. Rispetto al volume degli occupati del mese di febbraio 2020, precedente l‘avvio dei provvedimenti anti-Covid, mancano all’appello poco meno di 100mila posti di lavoro. Il completamento del recupero risulta ampiamente realizzato per la componente dei lavoratori dipendenti (+95mila) mentre rimane al di sotto del dato precedente (-184mila) per quella dei lavoratori autonomi nonostante il significativo recupero di 161mila posti di lavoro nell’ultimo anno. 

Nelle condizioni date risulta difficile stimare l’impatto di queste drammatiche novità sul mercato del lavoro. Il ridimensionamento delle stime della crescita economica viene dato per scontato, fino a dimezzare le originarie previsioni del 4,5% per l’anno in corso. Ma sullo sfondo rischio latente il rischio di precipitare nello scenario di un aumento dei prezzi combinato con la riduzione dei consumi (stagflazione) che comporterebbe pesanti conseguenze sulla produzione e sui posti di lavoro. In parallelo devono ancora essere ponderati gli effetti di medio e lungo periodo delle tensioni internazionali sulle forniture energetiche e sulla tenuta delle filiere produttive come forniture di componenti della produzione. 

Quanto sta avvenendo comporterà un aumento dei costi e dei tempi della transizione economica, immettendo nel sistema delle imprese un fabbisogno di innovazione e di recupero della produttività destinato ad accelerare le ristrutturazioni produttive e l’adeguamento dei profili professionali.

L’impostazione delle nostre politiche economiche, sia per le implicazioni di carattere macroeconomico (la stabilità dei prezzi e dei costi degli indebitamenti pubblici e privati) e di politica industriale (la rapida ricostruzione delle filiere produttive integrate su scala globale) viene radicalmente messa in discussione. Tale da consigliare, quanto meno, di gestire in modo flessibile le risorse disponibili e il raggiungimento degli obiettivi.

Natale Forlani

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