“Postpandemia. Pensieri (meta) giuridici” ( Ed Giappichelli ) è il titolo del recente volume di Antonio Cantaro, un giurista pensante, dedito all’ermeneutica dei valori, non soltanto delle norme. É questo il profilo intellettuale di Cantaro: uno studioso di diritto costituzionale alla ricerca delle libertà “assolute”, nessuna esclusa. Le sue riflessioni nascono nelle settimane del confinamento, decretato per contrastare le fasi più acute della diffusione del covid-19.

Non funzionalista né utopista, Cantaro si colloca nella schiera di quei giuristi, una minoranza, che auspicano una nuova dimensione del mondo, a partire dal riconoscimento di una più equilibrata gerarchia dei valori, che metta al centro il «valore razionale della solidarietà», nel solco della tradizione rivoluzionaria e nell’ambito del magistero dell’Enciclica Fratelli Tutti.

La constatazione più pericolosa, per Cantaro, se non il tormento, è la riflessione che le società liberali contemporanee, esaltando le mode indotte e le propensioni individuali più esasperate, hanno rinunciato a nutrire l’innato senso umano di socialità, il solo in grado di tenere unita una comunità. L’Occidente ha puntato tutto sullo sviluppo, i processi di modernizzazione, ignorando consapevolmente che la modernizzazione senza civilizzazione (socializzazione) è cieca.

In questo senso, fa propria la constatazione del filosofo statunitense Michael Walzer, secondo cui l’uomo dell’Occidente «ovunque viva, vive in Egitto» e sa che l’unico modo di raggiungere la «terra promessa» è «unirsi e marciare assieme». Ma verso dove? Cantaro ha in mente una società più democratica, più partecipata, più uguale, più solidale, «a misura dei governati» (“a misura d’uomo”).

La pandemia da Covid-19 non solleva soltanto riflessioni medico-sanitarie, ma anche sociali ed ambientali, come ha sottolineato l’OMS. Il mondo è precipitato nell’attuale pansindemia a causa di «un vero e proprio cocktail tossico» di prassi economiche, ambientali, non-sanitarie.

In effetti, come si legge anche nell’Enciclica Laudato Sì: «La crescita degli ultimi due secoli non ha significato in tutti i suoi aspetti un vero progresso integrale e un miglioramento della qualità della vita». «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale». Per questo, è necessario «un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura».

Tutto è difficile, però, senza il recupero del senso morale dei singoli, il solo in grado d’indicare la bussola, il senso di marcia, per salvare l’umanità assieme a tutti i suoi beni indivisibili.

I conflitti tra assertori del vaccino e no-vax s’innestano, nelle formulazioni meno sguaiate, all’interno del nobile dibattito filosofico tra liberali e comunitaristi, con la difficoltà che, nell’occidente democratico, la comunità non è declinabile al singolare ma al plurale.

Tuttavia, la sintesi tra contrasti di valori così disomogenei non è impossibile (Habermas), a condizione che si sia disposti a rivalutare la concezione storica dei diritti individuali in una diversa dimensione antropologica che, delineando la ricomposizione antagonista tra uomo e natura, sia disposta a superare anche le strettoie che impediscono la ricomposizione delle disuguaglianze più gravi tra uomo e uomo.

Guido Guidi

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