Per cambiare il Mondo, bisogna esserci e chi scrive ha l’ambizione di contribuire a cambiare il Mondo, con la sua attività, in pensieri, parole, scritti e soprattutto opere, sapendo che quando si dice che c’è da fare una cosa, si deve offrire per farla; affinché non manchi mai la risposta al perché ed essa sia il microscopico personale contributo Etico al conseguimento del Bene Comune.

“Lavorare per il Bene Comune è un dovere di un cristiano; e tante volte, la strada per lavorare è la Politica[1]”.

Per guardare avanti e capire il senso di sé, serve indagare il rapporto tra cultura, democrazia, etica, visione, valori, diritti e doveri,  buona politica, il tutto finalizzato al conseguimento del Bene Comune.

La comprensione di tali rapporti è irrinunciabile: secondo che essa si svolga, o meno, in modo positivo la comunità vive, o meno, “la vita giusta e prospera”; il che vuol dire, tra l’altro, che non si cresce e prospera se non all’interno di una visione etica e condivisa. Proviamo.

La cultura. “Cultura è la stratificazione dei saperi millenari che sostanzia l’uomo, il cittadino e l’intera Società”. “La Cultura è uno dei dodici principi fondamentali della Costituzione, diritto della persona e dovere della Repubblica[2]”.

La cultura, collante essenziale della nostra collettività, necessaria per creare posti di lavoro, un settore strategico nel quale bisogna intervenire da due punti fondamentali e connessi tra loro: il riconoscimento della cultura come lavoro. La capacità di rendere il proprio patrimonio culturale fonte di potenziale innovazione.

La cultura di una comunità si manifesta anche attraverso le parole, la testimonianza dei protagonisti, la narrazione di storie, la recensione di mostre, di libri, in una parola attraverso la vitalità da cui essa comunità è percorsa; adesso è l’ora di essere soggetti competenti che attraverso la partecipazione attiva alla vita pubblica, attraverso la parola e le attività testimonianti, possano fare pressione per la scrittura di un disegno, coerente con le. proprie visione e valori, di trasformazione in meglio del territorio e della comunità in cui viviamo.

Piace al riguardo riportare quanto scritto da Nunzio Galantino, il quale parlando della sciatteria del linguaggio, cita George Orwell: “Poiché i nostri pensieri sono fatui, la lingua diventa sgradevole e sciatta, ma la trascuratezza della lingua favorisce a sua volta la tendenza ad avere fatui pensieri”.

Le Nazioni nelle quali prevalgono le asserzioni significanti prive di significato, nelle quali la dirigenza politica, governanti in primis, non manifestano percezione alcuna dei doveri connessi all’uso del linguaggio,  sono in cattiva salute. Ecco perché occuparsi in buona fede del miglioramento del linguaggio pubblico e della sua qualità fin dai primi momenti della distribuzione delle conoscenze e della formazione delle personalità è un dovere primario dell’etica e della cultura civili e della buona politica. Importante cercare di essere, oltre che fruitori di cultura, anche operatori di cultura.

“La vera scuola del comando è la Cultura generale; attraverso questa, il pensiero è messo in grado di esercitarsi con ordine, di sceverare nelle cose l’essenziale dall’accessorio, di scoprire in anticipo le conseguenze e le interferenze, in breve di elevarsi ad un grado in cui gli insiemi siano visibili senza che si perdano le sfumature; non ci fu mai Capitano senza il gusto ed il sentimento del patrimonio dello spirito umano; in fondo alle vittorie di Alessandro sempre si trova Aristotele[3]”. Una popolazione, invece, sprovvista di cultura e spirito critico è maggiormente soggetta a facili manipolazioni ed ad una perenne sudditanza.

La Democrazia. La Democrazia e la Libertà ed il suo speculare, la Responsabilità, non possono e non devono essere date per scontate; sono state conquiste che, con fatica ed attenzione devono essere tramandate alle generazioni successive in buone condizioni. Una Democrazia di qualità non può prescindere dal privilegiare il lavoro, nella sua accezione di creatore di ricchezza.

Per Democrazia, in senso stretto, deve intendersi[4], “un sistema prima elettorale, poi politico ed infine amministrativo, capace nel suo complesso, di valorizzare la rappresentanza di ciascun cittadino e di ogni parte sociale”. “La Democrazia in senso stretto è anche corretta dalla diversità della durata delle cariche, in modo che non tutti i Poteri siano nelle mani di una passeggera  maggioranza popolare[5]”.

Uno dei più acuti politologhi europei[6] osserva che i miti omerici mettono l‘accento su tre valori che diverranno componenti essenziali della futura democrazia: la persuasione attraverso la parola[7] invece che attraverso la coercizione; la partecipazione di tutti i cittadini alla discussione prima della decisione; la competizione a tutti i livelli per esercitare ruoli. Da lì la democrazia inizia il suo cammino per rafforzarsi aggiungendo, cammin facendo, al suo armamentario altri istituti quali i controlli, i bilanciamenti, la visibilità del potere. Oggi è possibile affermare che i fattori che sostanziano la democrazia sono il processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica del popolo, cultura politica[8].  La democrazia richiede capacità di decisione del governo e forza di controllo del parlamento, bilanciamento dei tre poteri. L’appetibilità della democrazia proviene dalla garanzia di libertà, partecipazione, inclusione, eguaglianza che la contraddistinguono.

Alla democrazia serve una società civile capace davvero di farsi valere come entità strutturalmente autonoma rispetto alla politica[9], capace di confrontarsi con il soggetto partito. In democrazia, un partito è tale ove disponga di una cultura di riferimento e di uno stabile sistema di democrazia interna ai sensi dell’ articolo 49 della Costituzione.  “La crisi della politica partitica influisce negativamente sulla reputazione delle istituzioni[10]”.

In Italia, oggi, i partiti, come tramite tra società e governo, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia, che ha conservato alcuni tratti di un vero Partito-associazione-organizzazione, hanno deciso di rinunciare allo svolgimento di alcune funzioni: non evidenziano valori, non hanno visione, oscillano sulle scelte tra quali tranche di società rappresentare (classi subalterne o ZTL?), non organizzano congressi, hanno strutture periferiche spesso pressoché inoperose, hanno un inesistente dibattito interno, non sono capaci di attuare educazione alla Politica della popolazione, hanno rinunciato alla funzione di selezionare classe dirigente; i parlamentari, in ragione di una imperfetta legge elettorale, sono nominati, salvo conferma elettiva, dai soli segretari dei singoli partiti e dalla ristretta cerchia di loro collaboratori, non sono in alcun modo indicati o scelti dal popolo[11] votante, come dovrebbe avvenire e potrebbe avvenire solamente modificando, in direzione proporzionale, con preferenze, la legge elettorale[12].

“Uno stato può essere considerato democratico soltanto se non è uno stato confessionale, se non è uno stato panteista, se non è uno stato assoluto, se non è uno stato totalitario, e se non è uno stato onnipotente[13]”.

La democrazia, valore universale, ma non ovunque omogeneo (non per tutti e sempre essa è un valore), è, anche, l’insieme delle azioni opportune per trovare, con il contributo di tutti i disponibili della comunità, il giusto equilibrio tra le esigenze di giustizia sociale e di ricerca della felicità (libertà, tanto di pensiero e parola quanto fisica, pre condizione irrinunciabile); composta, oltre a queste, di elementi complessi:  diritti delle minoranze, rispetto del diritto, separazione dei poteri (come ristabilire un riequilibrio fra i tre poteri?), controllo reciproco tra poteri, decentramento dei poteri, periodiche e libere elezioni; più democrazia comporta un mondo più pacifico[14].

La democrazia è “cristiana” non se è confessionale, ma se è etica e morale[15]. “La Democrazia è oggi chiamata ad un appuntamento decisivo: raccogliere con successo la sfida della globalizzazione, delle nuove tecnologie, delle nuove forme di comunicazione[16]”, dai rischi che le fanno correre quei protagonisti che autenticamente democratici non sono e si esprimono per slogan. Documentati e profondi politologhi[17] ritengono che da molti anni “ci troviamo di fronte ad una sistematica limitazione dei diritti fondamentali”, e non siamo riusciti a fermarne la crisi. Se fosse vero, come forse è vero, che la globalizzazione ha agevolato la democrazia, potrebbe essere la crisi in atto in relazione alla globalizzazione ad essere causa delle crisi della democrazia. Probabilmente, oggi, all’interno delle democrazie rappresentative, potrebbe essere opportuno allargare il raggio della partecipazione democratica, ancorando questa trasformazione alla cornice delle garanzie liberali.

“La democrazia vive fin quando la maggioranza dei cittadini sceglie, liberamente (ma anche concretamente), di appoggiare leader democratici[18]” Se altrettanto liberamente, i cittadini scelgono di attribuire il loro consenso a leader non democratici od a nessuno, la democrazia muore. In democrazia, un governo non sopravvive alla catastrofe provocata dai suoi errori; viene cacciato dagli elettori. La non scelta, opzione molto costosa, è la peggiore delle scelte.

La visione. La visione di chi scrive: cristianesimo, europeismo, riformismo, ambientalismo, olivettismo\popolarismo, meridionalismo autonomismo,  innovazione.

 

I valori. I valori di chi scrive: libertà, pace, eguaglianza (almeno delle basi di partenza, ma anche importante il restringimento delle smaccate ingiustizie, con il restringimento dell’Indice Gini) giustizia e legalità, diritto ad avere diritti (dalla Carta dei diritti di Palermo, 2020), famiglia, lavoro dignitoso, rispetto per la dignità umana, tutela della vita, democrazia liberale rappresentativa in senso non formale ma compiuto (purché la sovranità sia del popolo votante e non del popolo votato, purché la “rappresentanza” venga prima della “governabilità” e la delega al governo non sia mai totale, ma possa essere ritirata a discrezione del “popolo, votante, sovrano”), supremazia della legge, solidarietà, sussidiarietà, non discriminazione, diritti delle minoranze, dialogo con le religioni e tra le religioni; concorrenza, produttività, trasparenza, disinteresse personale nell’azione pubblica.

“Noi siamo ciò che i nostri Valori fanno di noi[19]”. Il fare, se non sorretto da valori, non porta ad alcunché. (Segue)

Massimo Maniscalco

 

[1] Papa Francesco, Città del Vaticano, Aula Paolo VI, 7 giugno 2013

[2] Giancarlo Coraggio, Presidente Emerito della Corte Costituzionale

[3]  Charles De Gaulle

[4] Don Luigi Sturzo, citato da Massimo Naro nel suo Saggio del 6 11 2020

[5] Sabino Cassese

[6]  Yves Meny, Democrazia, l’eredità politica greca, Ariele 2022, citato da Sabino Cassese sul Sole 24 Ore, 5 Giugno 2022

[7]  Da poco minacciata dall’arrivo di un nuovo protagonista della Storia, l’Intelligenza Artificiale, ove le si consentisse di fuorviare dalla retta via

[8] Walter Veltroni, La Libertà, tra minacce e regimi, è diventata un bersaglio, Corriere della Sera, 7 Novembre 2022

[9] Giancarlo Infante, PoliticaInsieme.com

[10] Giovanni Cominelli, L’astensionismo ed i Partiti ridotti ad otri di vento, Politica Insieme.com, 23Febbraio 2023

[11] Da un importante Ragionamento di Sabino Cassese: Così si è logorato il rapporto tra Governo e Parlamento, Corriere della Sera, 29 Dicembre 2022

[12] Come auspicato dal Partito INSIEME:

[13] Luigi Sturzo, Appello al Paese, 1919.

[14] Da un raffinato ragionamento di Sabino Cassese

[15] Domenico Galbiati, Politica Insieme.com

[16] Mauro Ceruti, cit

[17] Per tutti, Massimo Cacciari, I Diritti negati e le colpe della sinistra, l’Espresso, 13 Novembre 2022

[18] La Libertà fragile, Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 4 Maggio 2022

[19] Barak Obama, 2014

 

 

 

 

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