Quale visione, idea di valori dovrebbero animare la classe dirigente in tema di Scuola? Secondo chi scrive l’acquisizione della consapevolezza di se stesso come Persona da parte del giovane discente.

Si tratta di contribuire ad educare uomini e donne, consapevoli e pronti ad affrontare da protagonisti le sfide selettive e competitive che i loro tempi proporranno, vincendole per la via dei talenti acquisiti.

Obiettivo strategico di una “visione paese”: rifarsi alla cifra distintiva del dopoguerra del 1945, basata su crescita economica generata da una diffusa imprenditorialità e distribuzione sociale della ricchezza, ispirata dalla rinnovata Dottrina Sociale della Chiesa teorizzata da Giovanni XXIII° e Paolo VI°; (da una riflessione di Antonio Piraino su Politica Insieme CLICCA QUI  ) ed ora da Francesco; tornare ad una vera Economia sociale di mercato. Gli stessi valori di riferimento che INSIEME ed UCID propongono.

Famiglia e scuola sono costituzionalmente responsabili dei primi quattro passi del percorso formativo di qualunque cittadino del nostro Paese: orientamento, educazione, istruzione, capacità di trasformare il capitale umano in capitale sociale.

I giovani in Italia sono sempre meno. Secondo un recente studio pubblicato da Neodemos, il 34,1% della popolazione, contro una media europea del 39%. Le cause: la diminuzione, ormai strutturale e l’emigrazione, dal Mezzogiorno verso il Nord, dal Nord verso l’estero: meta prediletta Londra. In Italia, nell’anno 2021, il 33% dei Giovani residenti nel Mezzogiorno, tra i 20 ed i 34 anni non lavora, non studia, è fuori da qualunque percorso di inserimento o di apprendistato anche si stima a causa delle molte barriere create dagli adulti  dagli anziani; si tratta di 3.000.000 di Giovani dei quali 300.000 sono laureati oppure hanno conseguito un master mentre quasi 1.500.000 sono diplomati;  circa 728.000 sono madri, circa 100,000 sono padri;  in Europa, nella stessa situazione, in acronimo inglese Neet, si trova un giovane su sei, pari al 16,5%;. la percentuale di popolazione tra i 24 ed i 34 anni il cui unico titolo di studio è il diploma di scuola media in Italia è pari al 41% contro una media Europea del 20%; gli italiani tra i sedici ed i settantaquattro anni che, nell’anno 2021, dichiarano un alto livello di competenza digitale sono il 20% a fronte di una media europea del 31%;  le quattro regioni Europee con il più basso tasso di occupazione sono ubicate nel Mezzogiorno di Italia; l’ultima è la Sicilia; tutto quanto sopra reso più complesso non tanto dal fenomeno della immigrazione a mezzo sbarchi clandestini ma dal fenomeno della emigrazione giovanile acculturata.

Il dislivello di occupazione tra aree di uno stesso paese, parliamo dell’Italia, è il più marcato d’Europa: al Mezzogiorno mancano oggi, ancora, 3 milioni di posti di lavoro. La pandemia e la conseguente Didattica a distanza hanno certamente aggravato la situazione.

Gli abili e capaci decisori di oggi dovrebbero capire e tenere nella debita considerazione sentimenti e tormenti dei giovani, fragili, talvolta abbandonati, talvolta soli con se stessi, nel tempo decisivo per la propria maturazione, anche testimoniando direttamente per contribuire a renderli consapevoli del fatto di dover impegnarsi a vantaggio del proprio futuro.

Le famiglie, supporto insostituibile, prendano atto che i cervelli dei loro figli sono tanto più suscettibili quanto più stimolati; il racconto delle favole e le letture di buoni libri meritano sforzi anche a costo di scontrarsi con loro sul tema delle ore destinate a visioni passive di smartphone, tablet, televisori.

E’ necessario partire dalla disponibilità degli asili nido, prima occasione per i più piccoli per fare conoscenza con una comunità extra familiare ed affrontare le prime incomprensioni interpersonali; strutture che dovrebbero essere disponibili in egual modo e misura in tutto il territorio nazionale, anche in forza dell’articolo 3 e dell’articolo 192 della Costituzione  che impongono in tutto il territorio nazionale gli analoghi livelli essenziali di prestazioni offerte.

Come ha scritto Ernesto Galli della Loggia, “la Scuola (nella Storia) è nata per istruire e dalla convinzione che l’istruzione abbia un potere educativo, la capacità d’incivilire, alimentare la riflessione su sé stessi, aiutare a coltivare speranze, a reagire alle sconfitte, alle vittorie; far crescere per questa via la nostra coscienza, costruire il nostro progetto di vita, il nostro mondo morale, il nostro modo di essere cittadini, di partecipare.

La Scuola dovrebbe porsi come metodo la “formazione delle nuove coscienze, la promozione del pensiero consapevolmente critico e non omologato, il discernimento tra bene e male, l’attitudine alla astrazione e sperimentazione, alla navigazione lontano dalla riva, al lavoro di squadra anche fra diversi, all’acquisizione da parte del discente dei saperi, delle competenze ed alla fine del saper fare, dell’orientamento, della cultura d’iniziativa, d’impresa e di ricerca, di innovazioni, ove ciò rientrasse nelle potenzialità di ciascuno”, di impegno civico e sociale; per consentire quella nuova consapevolezza alle prossime giovani generazioni di dover essere civici, rispettosi di sé stessi, del prossimo comunque si manifesti, di essere rispettosi custodi del Creato e di dover contribuire, ognuno con i talenti disponibili, naturali ed acquisiti, al conseguimento del Bene comune ed al miglioramento della qualità della Vita delle proprie comunità.

La Scuola consapevole del proprio ruolo all’interno di una comunità d’intenti, deve tornare ad essere luogo deputato all’educazione ed alla formazione delle coscienze e non solo luogo deputato all’istruzione di sole nozioni; deve mettere a disposizione laboratori, biblioteche, palestre, mense, tempo pieno e prolungato; deve essere tappa di valutazione tramite difficoltà sostenibili ma crescenti, in termini di formazione integrale, che consenta pensiero critico, curiosità, creatività, civismo, formazione della personalità, capacità di proposte, capacità di inoltrarsi, tramite la ricerca, oltre i confini dell’ovvio.

La Scuola deve investire nella conoscenza dei settori trainanti che creeranno la necessità \opportunità delle menti d’opera di domani, uno per tutti quello dell’energia pulita rinnovabile; alcuni settori, ancora oggi ignoti, prossimi alla robotica ed all’intelligenza artificiale, alla quantistica ed ai nuovi materiali, che consentiranno di trasformare le crisi in opportunità a vantaggio delle più giovani generazioni, Millennials e Zeta.

La Scuola, dunque, deve contribuire a far crescere “uomini e donne, persone”, offrendo ad esse la consapevolezza di poter partecipare da protagoniste alla vita sociale che li attende, che è fatta di tante tipologie di attività, ognuna delle quali ha la sua dignità, ha la possibilità di essere scelta, sulla base di Talenti, capacità, disponibilità all’impegno, progetto di vita; deve contribuire a fare acquisire alle “Persone” la consapevolezza dei propri “talenti, tanto naturali quanto acquisiti”.

Permettendo alle persone, a fine percorso scolastico, ormai mature, anche grazie alla propria consapevolezza serena, di investire i propri talenti da protagonisti del loro presente, per consentire loro di cercare di ottenere i traguardi che si sono prefissati all’interno della società ove riterranno di vivere.

Cento milioni di euro per ottenere tramite la struttura del commissario Figliuolo, uno “screening della popolazione scolastica” in vista dell’inizio dell’anno scolastico; trecento cinquantotto milioni di euro per pagare chi dovrà sostituire il personale, docente e non docente, assente ingiustificato alla data di inizio dell’anno scolastico: sono le ultime novità previste dal Decreto sull’obbligo del Green Pass per la scuola, pubblicato venerdì 6 Agosto nella Gazzetta Ufficiale.

Purtroppo ancora 4,4 milioni di italiani non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino, pur sapendo (poiché questa statistica è stata ampiamente diffusa), che il 97% dei deceduti causa Covid degli ultimi mesi non era vaccinato.

La questione della professionalità del docente si pone oggi, sia dal punto di vista della formazione di base che da quello dell’assunzione in servizio e poi, della valutazione in corso di attività. Al docente sempre più è richiesta capacità di analisi, di sintesi, di abilità comunicativa: i docenti dovranno stare sempre meno dietro la cattedra ed essere  sempre più capaci di interpretare il ruolo, molto gratificante per chi sceglierà di ricoprirlo, dei direttori d’orchestra della Comunità educante, in sintesi di maestro; i docenti dovranno essere preparati ad insegnare argomenti finora trascurati, rinnovati attuali contenuti delle materie e nuove materie quali tecnica di lettura veloce, capacità di parlare in pubblico, capacità di essere guida di gruppi di lavoro, valorizzazione delle tradizioni, maturazione civica, analisi di concetti quali coesione e solidarietà; dovranno promuovere occasioni, attentamente valutate nel merito, di alternanza scuola\lavoro, per consentire ai propri discenti di fare una esperienza che consenta, al momento opportuno, di compiere scelte consapevoli.

L’Europa chiede ai sistemi scolastici degli stati nazionali di garantire a tutti gli studenti europei un corredo di Valori, conoscenze, esperienze, competenze ed abilità che consenta loro di sfruttare al meglio quanto ricevuto in termini di istruzione\formazione, nella loro vita post scolastica. Le scuole di ogni ordine, grado, missione dovrebbero essere presidiate da maestri e non da svogliati impiegati, mai o mal selezionati, mai o mal formati, mal pagati, frustrati.

Gli alunni dovranno essere preparati a pretendere il meglio dai loro docenti, perché la loro scarsa preparazione, ancorché in presenza di un titolo di studio al quale non corrisponda un gruzzolo di Talenti spendibili nella vita, li confinerà dentro un perimetro nero, di lavori marginali, di scarse soddisfazioni, di scarse remunerazioni, di scarsa valenza sociale.

Il compito della Giovane Generazione: impegnarsi quanto più possibile e farlo sul serio. Ciascuno degli alunni, al momento opportuno, dovrà interrogarsi, consultandosi con se stesso, con la propria famiglia e la propria scuola, su obiettivi, impegno personale, attitudini mentali e sociali; quindi cercare di intraprendere una strada quanto più coerente possibile con le proprie risposte alle proprie domande.

Sono maturo? Sono una Persona? Sono cittadino della mia comunità’? Ho imparato come conciliare il diritto alla mia Libertà con il dovere della mia Responsabilità? Ho capito che un mondo senza incertezze, insicurezze, rischi, dubbi non è ipotizzabile? Sono pronto ad affrontare e risolvere queste esperienze responsabilmente e consapevolmente? In quale ambiente mi trovo maggiormente a mio agio? Sono consapevole che la migliore occasione per me non è detto che mi capiti a pochi passi da casa? Il mio titolo di studio, il mio giudizio INVALSI, corrispondono davvero al mio grado di preparazione cognitiva e culturale? Quante lingue ho imparato durante il periodo scolastico? Quale la mia preparazione nelle materie scientifiche ed in quelle umanistiche? Quanto mi sono impegnato in attività extracurriculari? Sono disponibile a spendere una porzione del mio tempo in attività solidali?La mia famiglia potrà mantenermi all’Università? Ma ho pensato a riuscire ad affrancarmi dalla famiglia per cogliere eventuali occasioni sulla base della consapevolezza acquisita tramite il mio percorso formativo? Sono disposto a studiare tanto da meritarmi una borsa di studio? Sarò tanto bravo da potermi iscrivere tramite procedura ad una Università prestigiosa e selettiva? Sarò capace di competere per un Dottorato di Ricerca? Vorrò e potrò iscrivermi in un albo professionale? Sono in grado di scegliere il mio percorso per il tramite del mio bagaglio di conoscenza?

Ovviamente, sarà la positività del percorso scolastico a dare le armi per rispondere a parecchie di quelle domande in termini di consapevolezza. Per queste ragioni è auspicabile che la Scuola che oggi INSIEME chiede a questo Governo divenga la Scuola capace di far rispondere positivamente alle domande proposte da parte dei suoi alunni.

INSIEME vuole contribuire ad incarnare la classe dirigente del Paese che voglia aiutare a fare della nuova Scuola quel volano di progresso e di positività che le consenta di soddisfare le maggiori e migliori esigenze della sua comunità nella nuova società dell’oggi in tema di consapevolezze e potenzialità da esprimere nelle selezioni che la vita propone; in tema di ascensore sociale solidale dell’intera società verso i vertici degli impegni assumibili per merito, all’interno della nostra comunità, del nostro Paese, dell’Unione Europea e della civiltà occidentale, da cittadini del mondo, per mentalità e talenti acquisiti a Scuola.

Massimo Maniscalco

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