L’anno nuovo si sta aprendo sulla scia del confronto in corso dentro e fuori la maggioranza su cui si regge il Governo di Giuseppe Conte. E’ necessario, allora, tornare sul discorso di Capodanno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per individuare dei punti fermi su cui attestarsi per rispondere a quelle criticità che affronta il Paese, in generale, e la politica italiana, in particolare. Cose che nessuno conosce meglio di Mattarella.

Il prossimo messaggio augurale  che, a fine 2021, il Capo dello Stato  rivolgerà ancora una volta agli italiani, introdurrà l’ anno in cui al Quirinale approderà un diverso inquilino. L’accenno che Sergio Mattarella ha fatto all’ultimo tratto del suo mandato non è un passaggio  incidentale nel messaggio di ieri l’altro. Lo ha fatto in modo conciso e discreto, secondo il suo stile. Eppure, per chi lo voglia intendere, è un richiamo di capitale rilievo politico.

Non certo perché il Presidente abbia inteso parlare di sé stesso. Anzi, è la scrupolosa attenzione con cui Sergio Mattarella rispetta il ruolo che la Costituzione gli attribuisce, evitando personalismi ed il protagonismo di chi ama invadere platealmente il campo, a conferirgli l’autorevolezza , ad un tempo  politica e morale, che ne fa il sicuro riferimento capace di reggere e garantire il precario equilibrio del Paese.

Sono piuttosto i destinatari del messaggio, tutti gli italiani, ed, in modo particolare, gli attori della scena politica, ad essere sollecitati perché considerino la delicatezza ed insieme il potenziale di creatività di un momento in cui “convivono angoscia e speranza”. Un momento che associa la grave prostrazione in cui il Paese è caduto con la pandemia, l’urgenza di una rinascita e la possibilità di farvi fronte, a condizione di saper impiegare in una prospettiva autentica di sviluppo le risorse di cui possiamo disporre grazie al risveglio di quell’Europa in cui abbiamo fatto bene a continuare a credere, anche nei momenti in cui la sua stella sembrava tramontare.

“Non era scontato”, ha sostenuto il Presidente, che emergesse “l’Europa dei valori comuni e dei cittadini”, finalmente rovesciando l’indirizzo, secondo il quale “alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro”. Allora, infatti, “gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza”. 

“L’Italia è stata protagonista di questo cambiamento”, ha detto il Presidente. Il che suona come un apprezzamento dell’impegno speso sul fronte europeo dal governo in carica, di cui, per altra parte, Mattarella non nasconde “..errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta”. Del resto “la pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese”. “Con la drammatica contabilità di contagi, delle morti”, dopo la prima fase della pandemia ed “Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari”, dopo “l’ illusione dello scampato pericolo” ed il “diffuso rilassamento” estivo, “la pandemia – ha affermato il Presidente – ha scavato solchi profondi nelle nostre vite”. Infatti, “…..ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità”.

Se vogliamo “riappropriarci della nostra vita”, dobbiamo ricorrere allo “spirito autentico della Repubblica”, ritrovarci nei “gesti concreti di molti” che “hanno manifestato una fraternità che si nutre non di parole, bensì di umanità….”. “Questo è tempo di costruttori…….per porre le basi di una stagione nuova”. E “l’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa”.

“Dal Risorgimento alla Liberazione – ha affermato il Presidente – le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro”. E’ necessario mantenere “……connesse le responsabilità delle istituzioni con il sentimento delle persone”. Per questo “Non sono ammesse distrazioni…..Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte”, che, in nessun modo potrebbero essere tollerati in un momento che “ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate delle nuove”.

Occorre piuttosto “Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno delle nostre comunità”. Occorre “….l’unità morale e civile degli italiani”. “Non si tratta .- afferma il Presidente – di annullare le diversità di idee…..ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, travolta drammatica, difficoltà”.

Domenico Galbiati

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