Chi scrive cerca di ricordare sempre, a se stesso per primo, di non essere depositario di verità alcuna, ma di essere un cercatore di Verità, al servizio della Verità. Nell’ambito della civiltà occidentale, il presupposto del Cristianesimo è l’affermazione dell’unicità dell’umanità e della pari dignità di Uomini e Donne, capace di far dire a Tocqueville: “l’uguaglianza di fronte a Dio, annunciata dal Cristianesimo, venne secolarizzata (ancorché nei fatti mai pienamente realizzata), dalla Rivoluzione Francese, nel 1789, nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino in eguaglianza di fronte alla Legge”; da queste idee e da questi principi derivano, nei secoli, collegandosi alle civiltà tanto greca quanto romana, i contesti di laicità ed infine di Democrazia, necessitante, però, di nuovi e migliori criteri di selezione della Classe Dirigente Politica e di migliori rapporti con la Società Civile.

In un regime di Democrazia liberale rappresentativa quale quello che viviamo e che come Politica Insieme aspiriamo a contribuire a migliorare, la Politica, arte del divenire, ora come sempre, dovrebbe consistere nel “fare la differenza nella vita delle persone” con occhio attento a visione, valori, fini e la si dovrebbe fare “facendosi carico”. Farsi carico significa “ascoltare, capire di cosa c’è bisogno, farsi coinvolgere ed immedesimarsi nelle difficoltà delle persone, sfuggire dagli slogan con coraggio, cercare soluzioni oneste e rispettose della complessità”.

La politica ha bisogno di protagonisti capaci di misurarsi costantemente con l’esigenza dei giudizi etici;  “l’etica politica impone il coraggio di ‘sporcarsi le mani’ con le esigenze dell’efficacia del lavoro concreto, quindi anche con le pesantezze dei meccanismi di partito ed istituzionali” (Pietro Ichino). Per la politica dovrebbe essere impossibile lasciare senza risposta pubblica la domanda alla quale, in democrazia, non dovrebbe essere consentito sfuggire: “Ottenere il Governo, ma per farne che cosa?”; senza dimenticare ancora che in democrazia si va al Governo e non al potere. La Politica merita la”P” maiuscola se coniuga leadership, empatia, discernimento, visioni, valori ed impegno, scopi, rispetto e responsabilità sociale, ascolto ed inclusione delle posizioni di svantaggio (Da una lettura di Alberto Berger, La leadership e l’empatia, per Politica Insieme.) a vantaggio del Bene comune nazionale.

Purché la locuzione “Bene comune nazionale” si sostanzi in: diritto ad avere diritti, eguaglianza delle basi di partenza, disponibilità di un alloggio, ripristino dell’ascensore sociale tramite il riconoscimento del merito quale leva di promozione individuale e collettiva, pieno impiego, maggiore produttività, tramite anche l’incorporazione nel processo produttivo della maggior quantità e qualità di innovazione tecnologica funzionale possibile nel rispetto dei nuovi parametri ambientali e conseguenti retribuzioni più alte, analoghe tra Uomini e Donne a parità di qualifiche, welfare più equo, maggiore sicurezza personale, restringimento della fascia della povertà, lotta  contro e compressione delle ingiustizie quali fini, sussidiarietà e solidarietà, quali strumenti.

E’ sotto gli occhi di tutti che, oggi, il tessuto dello Stato si sta slabbrando, a partire dalle tante elusioni del Principio della separazione dei poteri: i giudici stanno pagando il costo dei troppi vizi del corpo della Magistratura; per tentare di parare i contraccolpi, l’Ordine giudiziario, “occupando gli uffici dell’apposito Ministero con i suoi magistrati, gestisce l’organizzazione ed il funzionamento dei servizi della Giustizia, che spetterebbero all’Esecutivo”, come ricorda Sabino Cassese.

La Pubblica Amministrazione sta pagando il costo delle troppe persone nominate, nel corso degli anni, senza concorso e quindi reclutate per cooptazione. Serve prepararsi a gestire il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, partendo da miglioramenti nelle conoscenze e da selezioni mirate ad assumere, magari ad un lungo tempo determinato, un notevole numero di giovani con titoli ed esperienze importanti; poi, dedicare maggiore attenzione al Rendiconto e non solo al Bilancio di previsione.

Il Potere legislativo e quello giudiziario sono sempre in affanno, in ritardo rispetto ai compiti da svolgere, ma debordano sotto la pressione di istanze corporative, come per le ambizioni di potere; al momento opportuno non sono in grado di manifestare la necessaria autorevolezza; i Decreti Legge, dopo le Leggi di conversioni sono molto più “pesanti” e non sempre in modalità congrua ed adeguata.

Il Parlamento, organo del Potere Legislativo, in un momento in cui la Legislazione è, come infra scritto,  a prevalente trazione governativa” (Osservatorio sulla legislazione della Camera dei Deputati) ha mostrato, nei mesi dell’emergenza sanitaria, una notevole “capacità trasformativa” approvando 860 Emendamenti ai Decreti Legge emanati dal Governo; ha proposto, nel corso della Legislatura ed in molti casi esaminato, circa 4.000 Disegni di Legge e gestito più di 10.000 Interpellanze ed Interrogazioni, un terzo delle quali discusse; dando vita al paradosso in cui lavora molto, ma decide poco; con il risultato che “le “deroghe ad hoc” hanno più ampio campo dell’applicazione delle Regole, il Paese vive la perdita di unità dell’Ordinamento, si afferma il predominio delle diseguaglianze” (Sabino Cassese, L’attività e l’efficacia del nostro Parlamento. Corriere della Sera, 2 Settembre 2020).

La Comunità, in veste di corpo elettorale, al momento di esprimere la propria volontà, rinuncia a farlo nella misura di circa il 50%, per vari motivi che pretendono analisi approfondite. Insomma, bisognerebbe mettere mano alla ricucitura di  questo tessuto istituzionale.

La qualità di una democrazia si misura nella ricchezza del suo “spazio pubblico”, vale a dire il recinto entro il quale  condividere, valutare, evidenziare, proporre ipotesi di soluzioni comuni, che possono anche confliggere, a problemi comuni. Lo spazio pubblico è il cantiere sempre aperto della diversità, delle alternative, degli esperimenti di vita; è il laboratorio della non conformità e delle varie identità sociali; è il luogo dove si vincono le resistenze al cambiamento; le difficoltà delle democrazie trovano ragione nella disattenzione allo spazio pubblico, che è, per definizione, sociale; ergo, la crisi della democrazia necessita di più Democrazia.

Il contrasto di idee ed interessi, dagli ideali alle utopie, è segno vitale di Comunità integrate: “Il conflitto emerge poiché le due parti si trovano in una interrelazione che prima non c’era; il conflitto non è espressione di una spaccatura, perché si può spaccare solo ciò che prima formava un’unità; è vero il contrario: il conflitto è espressione di una crescita comune” (Aladin el-Mafaalani, sociologo tedesco, Il Paradosso dell’integrazione, 2019).

Incertezze circa il futuro che necessitano di alcune, ma importanti e articolate risposte:

I Domanda: La Lega si presenterà alle prossime elezioni politiche come la conosciamo oggi, oppure con una struttura duale che renderà ufficiale le diverse proposte: Partito di Governo e Partito di Lotta? Ad ascoltare le dichiarazioni dei protagonisti verrebbe di scommettere sulla seconda ipotesi;

II Domanda: Può affermarsi che il sistema politico non funzioni più, perché non viene più rispettato il risultato delle elezioni politiche (vedasi esito delle elezioni del 2018 e i tre Governi, disomogenei tra di loro, succedutisi nel corso della Legislatura in corso; nonché l’insulso esito anti casta del Referendum sul numero dei Parlamentari), regolate da  una orrenda Legge elettorale, alle quali partecipa, nel disinteresse di tutti, meno del 50% degli aventi diritto?

III Domanda: I vincoli Europei, legati alle erogazioni delle somme destinate all’Italia dal Next Generation EU, richiedono l’approvazione di oltre 40 riforme di sistema entro non molti mesi; questo Parlamento sarà capace di adempiere a questo compito, oppure sarà necessario accettare che un altro Potere dello Stato eserciti funzioni di supplenza surrettizi a Costituzione invariata?

IV Domanda: Per assicurarci che la politica agisca a vantaggio del bene comune, potrebbe essere utile diluirla miscelandola con altre forme dell’agire sociale (civismo politico, cittadinanza attiva, militanza degli innovatori urbani, creatività progettuale dei tecnici, innovazione amministrativa, responsabilità sociale delle imprese)?( Segue)

Massimo Maniscalco

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