L’opinione pubblica , turbata dalla gravità del coronarovirus ha completamente trascurato i il problema delle scelte necessarie per la ricostruzione post Covid –2019. Pertanto riveste particolare attualità il lucido articolo di Vera Negri Zamagni che, scontata l’impossibilita di ricorrere ad altro debito pubblico o all’imposta patrimoniale, .propone un nuovo c orso basato su di una creatività istituzionale , capace di andare oltre le istituzioni cosi come sono ora disegnate ( CLICCA QUI ). Ritengo che l “attaccapanni” (per dirla con Luigi Einaudi”)proposto sia di grande importanza perchè richiama la nostra attenzione sulla necessità di andare oltre il disegno attuativo che ha impedito alle Città Metropolitane di realizzare l’obiettivo per il quale sono state istituite (legge.n56/2014.). Dovevano essere il motore dello sviluppo del Paese,come da tempo in Europa, perché nei territori metropolitani, si concentrano le maggiori opportunità in termini di crescita economica,attrazione di investimenti e competitività e, pertanto, dalle politiche che si realizzano in dette aree dipende lo sviluppo dell’intero paese.
Questo insuccesso di efficienza ed efficacia è stato determinato dalla mancata adozione dei piani strategici triennali che sono lo strumento di attuazione del ruolo di motore dello sviluppo.In particolare trattandosi di atti d’indirizzo(comma 44 ,lettere a)art.1 legge n.56/2014) non è stato possibile individuarne la declinazione operativa,essendo nuovi rispetto alla tradizione pianificatrice della nostra P.A. Tuttavia dal 1/01/2016 detta declinazione è stata resa possibile dalla sostituzione dei complessi meccanismi del Patto di Stabilita Interno col vincolo più lineare costituito dal raggiungimento di un unico saldo,mediante il quale gli enti locali concorrono agli obiettivi di finanza pubblica.Infatti detta regolamentazione superando le abituali impostazioni contabili finanziarie -giuridiche autorizzatorie viene declinata in termini di equilibrio del bilancio,definendola in termini di saldo non negativo di competenza,tra le entrate finali e le spese finali. Di conseguenza ,i piani strategici delle Aree Metropolitane ,essendo atti d’indirizzo,devono razionalizzare le risorse esistenti al fine di conseguire , a livello di Area Metropolitana, l’elemento centrale della nuova disciplina dell’equilibrio di bilancio , ricorrendo alla specifica procedura di calcolo .
Pertanto il contenuto univoco e stabile dell’atto d’indirizzo , determinato da detta nuova declinazione , consente alle Aree Metropolitane di concorrere alla competitività del Paese e dei rispettivi territori da diversi punti di vista superando egoismi municipalistici,la storica frammentazione territoriale e la tradizionale modestia decisionale in ambito territoriale,perchè
1) non richiede, trattandosi di un atto d’indirizzo, sostanziali risorse aggiuntive, bensì una riorganizzazione di quelle esistenti .
2 ) svincola il meccanismo di calcolo dei saldi dal vincolo della spesa storica perchè consente di valutare ex ante gli effetti della spesa e di correggerli, evitando le distorsioni del patto di stabilità,che permette solo l’analisi ex post ,atta unicamente a prendere conoscenza di effetti del tutto imprevedibili ed ormai irrimediabili .
3) elimina attraverso l’intervento finanziario compensativo della regione realizzato con la flessibilità regionale (orizzontale e verticale ) il neocentralismo regionale che soffocherebbe i Nuovi Enti di Area Vasta con ulteriori vincoli burocratici .Assegna alla flessibilità nazionale il compito della perequazione interregionale ,base per un federalismo solidale ma responsabile
4 )consente con ,la misurabilità empirica delle interdipendenze fiscali tra città centrale e comuni del territorio metropolitano ed i comuni della stessa regione esterni al territorio metropolitano ,di realizzare le interrelazioni funzionali ed economiche con i territori non metropolitani sulle quali si gioca la realizzazione da parte delle Città Metropolitane del loro ruolo di “spina dorsale “dell’Italia;
5) Permette
5:A ) individuare il percorso di autonomia differenziata compatibile con la coesione e la solidarietà richiesto dal MinistroOn.R.Gualtieri(DDL All. Nota di Aggiornamento del DEF 2019 del 30/IX/019) :
5 B )*rispondere alla critica di Dombrovskis perché la riforma di struttura realizzata garantisce il concorso della finanza locale alla stabilizzazione del debito pubblico
Infine poiché è necessario procedere all’aggiornamento della simulazione che ha empiricamente confermato la realizzabilità di quanto proposto,propongo di affidare detto aggi ornamento alla SOSE(Banca dati del MEF )che può effettuarlo nei tempi rapidi necessari..In tal modo , in assenza di costi,di nuovi enti e di commissari straordinari , verrà consegnato ai sindaci delle14 aree metropolitane, lo strumento di politica economica locale necessario per impostare una concreta politica di rientro dal debito pubblico, priva di ricorsi ad ulteriori strutture ed ai relativi costi..
Antonio Troisi