Federcontribuenti: ”la questione è particolarmente allarmante per due ordini di ragioni: il modus operandi assolutamente ingiustificato esercitato in maniera irrituale nei confronti di aziende sane in
perfetta regola con i pagamenti di fornitori, imposte e contributi previdenziali; il secondo motivo è ancora più inquietante, poiché tale recesso immotivato obbligano le società o aziende a chiudere in quanto le sempre più stringenti norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari, a partire dal pagamento degli stipendi, non ne consentirebbero l’operatività”. Il senatore Siri presenta un emendamento urgente: ”Un conto corrente deve essere considerato un servizio pubblico essenziale e indispensabile per la sopravvivenza nel ciclo economico e sociale del Paese e non può mai e in nessun caso essere negato”. Intanto aumentano del 7,5% i costi dei cc
Si legge nel testo dell’emendamento: ”Numerosi cittadini si sono visti chiudere unilateralmente e senza motivo il rapporto di conto corrente pur in presenza di saldi attivi costringendoli per effetto delle segnalazioni interbancarie a non poter più disporre delle proprie provviste. La banca infatti chiude il rapporto di conto corrente consegnando al correntista unicamente un assegno circolare il quale per sua natura ha necessità di un conto corrente e di un rapporto bancario per essere tradotto in liquidità disponibile alla spesa od utilizzato per il pagamento di spese ed utenze. Di fronte a tali condotte si ravvisa la necessità e l’urgenza per il Legislatore di intervenire con una norma primaria considerato che già il Governo ha chiarito in sede di risposta ad interrogazione posta dal Senatore Armando Siri che “non è possibile intervenire con una circolare interpretativa proprio perché il contratto bancario è regolato dalla Legge. Il presente emendamento è volto a fare chiarezza circa la funzione degli Istituti di credito a seguito delle normative vigenti sulle limitazioni dell’utilizzo del contante Legge 19 dicembre 2019, n. 157 e le disposizioni contenute nella Legge 27 dicembre 2017, n. 205, la quale impone al cittadino l’esclusivo utilizzo di un conto corrente sul quale canalizzare emolumenti derivanti dal rapporto di lavoro, pensioni ed ogni altra transazione proveniente da uffici pubblici o negozi privati oltre una somma determinata”.
Le banche possono decidere di chiudere i conti correnti?
Sì. Le banche possono decidere di chiudere i conti correnti oggetto di indagine da parte della GdF o da parte della magistratura su reati finanziari o su segnalazione interbancaria. Tuttavia, devono produrre il cosiddetto habeas corpus, cioè prove tangibili dei movimenti sospetti. Eppure la Federcontribuenti ha notizia di ”conti revocati senza preavviso e senza prove tangibili, non solo, ”una banca può chiudere arbitrariamente i conti correnti. anche per l’assenza di fondi sufficienti”. La Centrale di allarme interbancaria è una banca dati pubblica tenuta dalla Banca d’Italia. Nella centrale rischi di Banca d’Italia sono censiti, in un archivio informatizzato, gli assegni bancari e postali e le carte di pagamento.
Conclusioni a cura della Federcontribuenti.
”Una notizia di reato non và confusa con una sentenza passata in giudicato, per tanto una qualunque segnalazione di indagine in corso non può, mai, autorizzare una banca alla chiusura di un conto corrente mettendo a rischio di chiusura una qualunque attività lavorativa. Ancor più grave se si pensa che, in assenza di prove, una segnalazione interbancaria può mettere a morte una azienda rivale”.
La spesa di gestione di un conto corrente è cresciuta di 7,5% arrivando a circa 86,9 euro.
”Le banche sono enti privati e nessuno Stato dovrebbe rendere obbligatorio il rapporto tra banca e cittadino, a meno che non venga prima stipulato un contratto nazionale con gli istituti di credito che tuteli i cittadini! Le spese sono aumentate perché sono aumentati i costi delle operazioni e delle commissioni applicate sui pagamenti automatici, sulle spese di scritturazione e sui bonifici. Non si capisce perché, come per ogni cosa, i costi debbono aumentare a dismisura per i titolari di P. Iva”.
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