Il sistema elettorale attuale risulta apparentemente corretto e formalmente ineccepibile, ma è soltanto la tipica apparenza che inganna, finché non ci caschi dentro, come un pesciolino ingenuo e puro nella rete dei “pescatori”, alias i politici di razza o mestieranti.

E chi meglio di me potrebbe affermarlo senza ripicche, né rimorsi, ma per il bene obiettivo della democrazia come conquista da tutelare e possibilmente perfezionare, essendomi candidato – insieme a tante altre persone oneste – al Consiglio comunale di Roma?  Ciò va fatto riflettendo, pacatamente, sul fatto che s’è reiterata l’ennesima contraffazione, l’assoluta carenza di un numero ingente di voti riportanti la mia preferenza, ricapitolando:

– nel 2006, lista civica “Amore per Roma”: 135 voti (previsti e “calcolati” almeno un migliaio),        – ottobre 2021, lista civica per Michetti sindaco: 25! A fronte di qualche centinaio …

Facendo un passo indietro, politologicamente, si è parlato spesso di democrazia incompiuta, bloccata e sofferente per eccesso di “leadership” che la condizionano troppo in ogni passaggio, fino al punto di controllarne gli andamenti, ogni processo interno e gli sviluppi o risultati, comunque insoddisfacenti, in linea generale, viste le percentuali record di astensionismo.

Uno dei fenomeni critici o “bloccanti” la vera, trasparente democrazia = governo del popolo è, indubbiamente, quello dei brogli elettorali a favore dei partiti politici e a danno delle povere liste civiche che spesso rappresentano il meglio della società civile, prima di tutto sotto il profilo dell’etica personale. Ed il motivo (o meglio, il movente trattandosi di un fatto illecito) è elementare: le liste civiche per loro natura stessa, composizione e (dis)organizzazione sono del tutto esposte ai quattro venti, alla fame dei “barbari”, orfane degli scrutatori di lista perché prive di risorse economiche e di quel minimo di organizzazione che sarebbe dovuto, pertanto di qualsiasi forma di salvaguardia all’atto delle operazioni elettorali degli scrutini.

Per assurdo va sottolineato che era richiesto ai noi, candidati, di procurarci i “difensori”, che dovevano essere chiamati tra i giovani di nostra conoscenza, idealisti e/o disoccupati: praticamente una follia, ai tempi odierni, inconcepibile piuttosto che improponibile, chiedere il volontariato “civile”  gratuitamente!

La proposta è la seguente: il Parlamento, preso atto di tale fenomeno che lede le fondamenta del sistema democratico, approvi una leggina che istituisce la figura dello “scrutatore delle liste civiche” che va scelto, a sorteggio, all’interno di una lista di nominativi di giovani disoccupati, residenti  nel comune d’interesse, ai quali spetta un gettone di presenza di x euro.

Michele Marino

 

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