“I valori fondanti della nostra Repubblica sono minacciati”. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio a Palazzo Madama, concludendo il dibattito seguito in Senato alle sue comunicazione sull’ inferno scatenato da Putin contro l’Ucraina.

Mario Draghi è intervenuto a braccio, con un discorso non inamidato, ma vivo, sentito, accorato che già nell’intonazione ha trasmesso l’idea della eccezionale gravità del momento. Il forte appello al superamento delle distinzioni che vengono da lontano, all’unità, alla determinazione di misurarci non con il passato, ma con il futuro, con l’attesa di un mondo che non sarà più quello che fin qui abbiamo conosciuto, va fatto proprio da ciascuno.

E’ il momento del “fronte interno”, il muro delle coscienze da consolidare e mantenere fermo, inattaccabile.
Ha detto di un momento “esistenziale” che segna una linea di confine, una frattura tra un prima ed un dopo.
Tra la stagione di pace che per ottant’anni o poco meno ha accompagnato le nostre generazioni ed il tempo che attende i nostri figli, i nostri nipoti.

“L’Italia non si volta dall’altra parte”, ha affermato il Presidente del Consiglio ed ha riassunto in queste poche, secche parole il sentimento, la commozione, la solidarietà degli italiani ad un popolo umiliato, violentato ed offeso. Draghi ha ricordato come l’ Europa sia unita, come, in un certo senso, oggi l’Europa nasca o rinasca, riscatti anni di inerte stanchezza e ritrovi la freschezza delle sue ragioni fondanti. Lo ha mostrato, del resto, oggi stesso il Parlamento Europeo che ha accolto con calore, collegato dal suo bunker, il Presidente ucraino, Zelensky.

Draghi non ha cessato di ricordare come, anche nel conflitto, resti importante il ruolo della diplomazia e che non è rinunciabile la ricerca della pace. E’ il momento in cui ai popoli liberi è chiesto di mostrare, anzitutto, la loro forza morale, l’arma da opporre all’insana follia della guerra. Una guerra che, in certa misura, oggi è stata espressamente dichiarata, dal Presidente russo, anche a noi ed alle altre democrazie occidentali che intendono offrire armi e sistemi di difesa all’ Ucraina ed al suo popolo.

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