L’ambasciatore tedesco a Roma, Viktor Elbling, ricorda che Germania e Francia hanno più richiedenti asilo dell’Italia. Berlino e Parigi non fanno sconti e ricordano le cifre: 154.385 richiedenti asilo in Germania nel periodo gennaio-settembre 2022, 110.055 in Francia, 48.935 in Italia. Stando ai dati italiani possiamo prevedere una “guerra” sui numeri.

Ovviamente, non si entra nel merito della possibile diversità dei contesti e, cosa che non dev’essere fraintesa, della differente provenienza di persone che chiamiamo migranti, ma che poi andrebbero suddivisi in tante sotto categorie diverse e, quindi, ricordare anche le possibilità da parte di Germani e Francia di fare quello che l’Italia non è in grado di fare. Basta tornare all’esempio della decisione della signora Merkel di accogliere oltre un milione di rifugiati siriani che, in qualche modo, venivano “scelti” anche in base alla loro possibilità d’inserirsi in un paese tanto diverso sulla base di un’autentica integrazione economica e sociale e, quindi, sulla in condizioni del tutto diverse per l’Italia, visto il tipo d’immigrazione di cui è oggetto.

In ogni caso, c’è da chiedersi, quanto l’Italia sia in grado di permettersi di andare ad un muro contro muro con la grande possibilità di vederci perdere su tutta la linea. Salvo ricevere qualche sostegno da Orban e il silenzio di chi, come i polacchi, magari d’accordo sì con Giorgia Meloni, ma senza essere in grado di fare granché. E lo stesso vale per quei grandi “amiconi” che abbiamo tra i cosiddetti frugali del Nord. La guerra dell’Ucraina ha riversato anche verso di loro frotte di rifugiati cui non può essere detto di no.

E’ probabile che tra Giorgia Meloni e Macron ci sia stato un equivoco. Forse è stato persino sbagliato che i due s’incontrassero immediatamente, con la nostra Presidente del consiglio appena appena fresca di nomina. Non era oggettivamente in grado di assicurare quella preparazione che invece ha sicuramente Emmanuel Macron visto che sta all’Eliseo da parecchio tempo.

Sono forse l’equivoco, w un certo fraintendimento che hanno portato lui ad avere un atteggiamento che la Meloni ha definito “incomprensibile” andando poi, lei, un po’ al di là dei toni da usare in sede diplomatica, quando ha parlato di “reazione aggressiva”. La squadra che sta attorno Giorgia Meloni è ancora troppo fresca di nomina per sapere adeguatamente dosare il messaggio da dare all’interno, ma sapendo al tempo stesso che c’è il resto del mondo ad ascoltare. Soprattutto su di un tema tanto delicato che richiama le responsabilità pure della altre cancellerie europee nei confronti delle opposizioni loro interne e della loro pubblica opinione.

A ben guardare, c’è da chiedersi se la polemica con Roma non stia servendo al Presidente francese per rovesciare i termini del problema nel modo in cui gli è posto da Marine Le Pen che sul tema entra in diretta polemica con quella che la pensa esattamente come lei, cioè Giorgia Meloni. A conferma che i sovranisti hanno il piacere di sostenersi a vicenda da un paese all’altro, ma poi finiscono per prendersi a cornate.

Speriamo che si riesca ad abbassare i toni e far rientrare lo scontro sul piano più adeguato ai rapporti tra due paesi, con la Germania, però, siamo a tre, che non possono permettersi di tenerlo in piedi più di tanto. Per parte nostra affidiamoci a Sergio Mattarella che invita tutti a trovare scelte condivise in sede europea.

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