Ancora una volta, quanto si è svolto sulle coste di Crotone, ripropone il dramma di persone già provate, in ogni ambito della vita, da serie difficoltà e costrette a fuggire dai loro paesi di origine. E ancora una volta si apre l’interrogativo sulla pletora di organi competenti, e sul loro mancato collegamento, chiamati ad affrontare le tante emergenze che interessano il nostro Paese. Quando cesseranno questi fatti e tutte le mono, macro e maxi-emergenze, causate da molteplici fattori, ormai prevedibili con una sufficiente prevenzione, verranno affrontate adeguatamente?

I contribuiti, condivisibili, di chi mi ha preceduto in questi giorni sulla vicenda dei migranti morti in mare, stimolano a riprendere alcune proposte in parte già esposte per evidenziare il tema delle competenze istituzionali  in materia, probabilmente da rivedere.

Leggendo altresì la rassegna stampa, purtroppo ancora poco analitica, poco consapevole della realtà in essere e spesso affiliata alle parti, emergono tra le righe le stesse dinamiche, ritardi ed inefficienze di sempre. Potremmo dire sin dal terremoto di Messina del 1908 (per significare il tempo trascorso, non certo per le possibilità previsionali e organizzative di allora, che risalgono all’Unità d’Italia con la legge 20 Marzo 1865 n. 2248), e fino alla pandemia da Sars-Cov2.

Dal Ministro dell’interno dipendono la Polizia di Stato, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e, ovviamente, i Prefetti. Egli è inoltre componente del Consiglio Supremo di Difesa. Le principali funzioni del ministero sono regolate dal Decreto Legislativo 30 luglio 1999 nº 300 e consistono nell’assicurare:

  1. garanzia della regolare costituzione degli organi elettivi degli Enti Locali e del loro funzionamento, regolamentazione della finanza locale e dei servizi elettorali, vigilanza sullo Stato Civile sull’anagrafe e attività di collaborazione con gli Enti Locali.
  2. Tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e coordinamento delle forze di polizia.
  3. Amministrazione generale e rappresentanza generale di governo sul territorio.
  4. Tutela dei diritti civili, ivi compresi quelli delle confessioni religiose di cittadinanza immigrazione e asilo.

Attualmente, i suoi compiti sono disciplinati dai decreti del presidente della Repubblica 5 giugno 1976 n. 676 e 7 settembre 2001 n. 398. Il Ministro dell’interno è inoltre autorità di pubblica sicurezza a norma dell’art. 1 della Legge 1 aprile 1981, n. 121.

Quanto sopra in sintesi (salvo errori od omissioni), riassume le funzioni principali; si aggiungono enti vigilati, enti e corpi alle dipendenze, dipartimenti centrali e territoriali. La situazione globale ha originato la creazione di agenzie e autorità per la sicurezza nazionale, per la cybersicurezza e altri raccordi di coordinamento tra istituzioni.

Alcune proposte, che a non solo mio modesto parere, andrebbero prese in considerazione o almeno sviluppate, anche se, da almeno quindici anni, le peregrinazioni atte a portar consiglio, con intenti comuni e comune intesa tra chi svolge una professione nel settore Soccorso e Sicurezza, perdono sul fronte contro altri intenti…

E’ fattibile un trasferimento di competenze al Ministero della Pubblica Amministrazione per quanto citato ai punti 1 e 3?

Alla luce della situazione internazionale in atto e in evoluzione, potrebbe essere una proposta quella di trasferire le competenze al punto 4 al Ministero degli Esteri? Non sarebbe un legame più funzionale e di buon senso con l’attività diplomatica, aumentando i rapporti e le conoscenze con l’estero? Potrebbe cambiare il ruolo dell’Italia in Europa, negli altri continenti e presso gli organismi internazionali (Onu, Fao, Oms, Unicef, Unhcr, Undrr, ecc.)? Aumenterebbe la capacità di Cooperazione Internazionale nei paesi in difficoltà?

Un cambiamento di funzione titolata in Pubblica Sicurezza e Sicurezza dei Territori (un sistema integrato di Safety e Security), più sviluppata e meglio declinata rispetto al punto 2, potrebbe migliorare lo status del Soccorso Pubblico inteso come unione tra Sicurezza, Soccorso Tecnico Urgente e Soccorso Sanitario, rami operativi di una scienza quale la Protezione “Strategica” Civile e non più sola protezione civile? Il compianto On. Giuseppe Zamberletti credo comprenderebbe la necessità oggi di una trasformazione. Ciò eviterebbe, il proliferare di agenzie o enti frammentanti gli obiettivi a monte, oppure, dopo tanto spendere e spandere, chiamare le nostre Forze Armate (che hanno ben altro da fare e a cui pensare), per risolvere le situazioni.

Infine, a quando un Ministro degli Interni politico, che sappia attuare e portare a termine una riforma della Sicurezza e del Soccorso Pubblico complessivi, al passo con la situazione attuale e in divenire? Perché se ci si ferma agli slogan sull’aumento degli organici e degli stipendi per ogni ente che oggi svolge le medesime funzioni di un altro, potenziare mezzi e strumenti all’occasione per fidelizzare taluno o talaltro e creare plurime  strutture, allora per nulla si evolve, impantanandoci poi in situazioni deplorevoli del “a chi tocca” oppure dello “scaricabarile”. Salvo la lettura degli atti, la sentenza di primo grado sull’evento accaduto a Rigopiano, ripercorre storicamente dei déjà vu. Un ministro “politico” a cui oggi non mancano tecnici nei vari uffici ministeriali centrali e territoriali (è contraddittorio un ministro tecnico tra tecnici), che il ministro deve ascoltare, interrogare e spronare a produrre azioni di buon senso logico e al passo con i tempi, e non seguire nei loro ragionamenti di parte. Un ministro che abbia occhi per guardare, orecchie per sentire, mente e cuore per il benessere del Paese.

Marco Torriani

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