Nel suo discorso alla Bocconi, Ursula Von Der Leyen ha fatto ricorso alla classica battuta meneghina per esortare l’Italia a riferirsi a Milano se vuole realizzare le riforme necessarie per utilizzare il Mes ed il Recovery Fund. Poiché sino ad ora non si è riusciti a rimuovere il Collo di Bottiglia della UE (senza riforme nessun finanziamento.) è giusto chiedersi con quale progetto Milano possa rispondere a questo cosi autorevole invito.
A tal fine la proposta di Mario Buti e Marcello Messori di un nuovo rapporto Stato/Regioni. non può essere realizzata nei tempi strettissimi concessi dalla UE . Che fare? La soluzione del problema è rappresentata dalla riforma costituzionale del 2012.che, introducendo il Comma 1 dell’art 97 ha riconosciuto una nozione economica della P.A. ove l’equilibrio del bilancio e il concorso alla stabilizzazione del debito pubblico assumono la funzione di veri e propri “parametri finanziari “ del principio del “Buon Andamento “della P.A:”
Questa duplice valenza del Buon Andamento, è stata tradotta dalla legge n.56/2014 in un profondo rinnovamento del rapporto Stato regione, realizzato dalla sostituzione del Patto di Stabilità Interno con i l nuovo bilancio degli enti locali. Tuttavia detta innovazione ha incontrato notevoli difficoltà nell’effettiva realizzazione tanto che le Città Metropolitane non hanno ancora assunto il ruolo di “Motore dello Sviluppo Economico”, assegnato dalla legge istitutiva. Questo perché l’adeguamento alla duplice valenza (economica e giuridica) del Buon Andamento della P.A, ha rappresentato un ostacolo insormontabile che ha impedito l’adozione dei piani strategici, trattandosi di atti d’indirizzo nuovi rispetto alla tradizione pianificatrice della P.A.
Milano può superare questo ostacolo, grazie alla storica cultura lombarda delle autonomie locali,(Carlo Cattaneo),dimenticata dalla Regione Lombardia. perché, come ha sostenuto il Sindaco di Milano Giuseppe Sala , propone una regione accentratrice che soffoca con nuovi vincoli burocratici la Città di Milano e trascura il Mezzogiorno.
IN effetti non si può ignorare che Carlo Cattaneo, non mortifica, ma esalta il ruolo del comune luogo non solo delle tradizioni civiche ma anche scambio culturale politico, ed economico. Di qui il concetto del comune i cui profili giuridici si integrano con quelli economici, essendo l’ente locale anche espressione della dimensione territorialmente disomogenea dello sviluppo economico. Questa originalità si spiega perché Cattaneo con Verri e Beccaria ha formato la cultura delle autonomie, locali sul Principi di Economia Civile di Antonio Genovesi, titolare dal 1754, presso l’Università di Napoli, della prima cattedra di Economia al mondo.
Pertanto la cultura lombarda delle autonomie locali si è caratterizzata per aver per prima superato il principio di qualificare la legalità come l’unico parametro dell’efficienza’. Se solo oggi l’incidenza della Scienza Economica sulle riforme amministrative ha trovato adeguata sistemazione teorica a questa visione anticipatrice( cfr.B.G.Mattarella Burocrazie e Riforme il Mulino,Bologna,2017 )non ne va trascurata l’incidenza sull’orizzonte culturale della società lombarda In effetti l’assorbimento del lungo processo di maturazione di detta nuova sensibilità in termini istituzionali, ha determinato, la flessibilità necessaria per superare il Collo di Bottiglia rappresentato dalla novità della duplice valenza del “Buon Andamento “della P.A. Infatti ne è derivata una maggiore capacità d’interpretare la normativa che ha sostituito il Patto di Stabilità Interno, elaborando il Piano Strategico senza arrendersi di fronte alla nuova procedura stabilita dal comma 44 art1 legge n.56/2014, . Per questo rispetto agli altri Piani strategici, quello dell’Area Metropolitana di Milano(2019/20121) ,superando le abituali impostazioni burocratico /giuridico/autorizzatorie , ha individuato nel principio della sussidiarietà la declinazione operativa dell’atto d’indirizzo .Ne è derivata una produzione di “beni comuni territoriali “ rafforzata in una logica d’interdipendenza e di mutuo vantaggio che consente di estendere anche alle aree esterne i risultati ottenuti nell’area metropolitana .Rinviando ad altra sede i necessari approfondimenti ci limitiamo a rilevare che detto schema, consente alla Regione Lombardia l’utilizzo del Recovery Fund perché può dimostrare che le risorse richieste verranno utilizzate a realizzare una riforma non promessa ma realmente attuata.
Naturalmente trattandosi di una nuova progettualità territoriale è necessaria la collaborazione di un soggetto pubblico dotato di particolari requisiti. Anche a questa esigenza Milano risponde adeguatamente con la Fondazione Cariplo che ,nel corso della sua esistenza trentennale, ha mutato l’originario tratto identitario di” ente di beneficenza “in quello di propulsore ed innovatore della progettualità territoriale. Le condizioni di vantaggio competitivo che motivano la scelta di questo aiuto-regista rispetto ad altri soggetti pubblici , sono la maggior snellezza dei processi decisionali e la possibilità di investire in strategie di lungo periodo, non gravate da logiche di ricerca del consenso a breve termine, che invece ,quasi sempre, condizionano l ’azione del decisore politico.
Quanto detto è confermato da una verifica empirica che va, però, aggiornata nel tempo reale richiesto dalle scadenze UE. Se fossi messo in condizione di rispettare detto vincolo temporale lo “Schema Milano” diventerebbe “l’attaccapanni “(per dirla con Luigi Einaudi) necessario alle altre Città Metropolitane. Infatti, assumendo,,il ruolo di Motore dello Sviluppo economico, consentirebbero alle rispettive Regioni di utilizzare il Recovery Fund ..Potrebbe essere questa una risposta alla fiducia , autorevolmente riposta in “Milan l’ è on gran Milan”..
Antonio Troisi