Nel bailame della crisi politica ho trovato un elemento di conforto nel fatto che praticamente tutti gli intervenuto nel dibattito parlamentare, dal presidente Conte ai rappresentanti, sia  della maggioranza che dell’opposizione, hanno posto l’accento sulla Scuola, in gran parte sul problema “chiusura/DAD/presenza” ma anche, meno male, sui problemi strutturali della Scuola italiana, problemi che, pur con differenze, interessano tutti gli ordini e gradi scolastici, dalla Scuola per l’ Infanzia a quella dell’obbligo  -Primaria e Secondaria di Primo Grado –  alla Secondaria di Secondo Grado.

Molta dell’attenzione nel dibattito parlamentare si è rivola, non poteva che esser così, alla questione del ritorno alla Scuola in presenza nelle Scuole Superiori – nella altre, salvo qualche eccezione locale, la scuola in presenza ha funzionato e  funziona -.

Certo la situazione aperture/chiusure, fra Governo nazionale e Governi Regionali, con ordinanze  e ricorsi ai TAR, dopo in quali poi potrebbero esserci quelli al Consiglio di Stato è davvero paradossale, schizogenica.

Credo che se ne debba uscire superando le Ordinanze Ministeriali ed i DPCM che, in quanto atti ammnistrativi, sono soggetti a gravame presso la  magistratura amministrativa. Personalmente sono convinto che occorra una norma nazionale, avente forza di legge, un DL, che dia uniformità nazionale e che lasci solo a casi veramente eccezionali e localizzati di contagi, le chiusure per motivi sanitari.

Difronte ad un DL le singole Regioni non potrebbero dar vita al balletto di questi giorni; in teoria potrebbero ricorrere alla Corte Costituzionale …

La pluralità di posizioni  che si sta attuando in questi giorni mi sembra più ideologica che oggettiva, così come mi sembrano esser tali le antitetiche posizioni di studenti e docenti, alcuni che sostengono in ritorno in presenza ed altri che invece vogliono ancora la DAD.

Spero si possa uscire presto da questa situazione, anche se la presenza di un Governo molto debole pone in crisi questa speranza.

Comunque prima o poi si uscirà dalla crisi pandemica ed allora si potrà porre mano, se vi sarà una forte volontà politica supportata da reali oggettive  competenze sulla Scuola.

Intanto si sarebbero potute trarre, dalla situazione  emergenziale, alcune opportunità educative, metodologiche e didattiche che invece, per lo più, non sono state colte.

La crisi pandemica  avrebbe dovuto esser fattore di educazione alla cittadinanza -diritti e doveri – alla legalità ed alla tutela ambientale.

Gli studenti, con metodologie e didattiche, adeguate all’età  (Montessori -ma non solo – insegnando) nei momenti di chiusura delle Scuole, dalla prima fase in poi, anziché esser prevalentemente posti in situazione di ascolto lezioni e fare compiti, avrebbero potuti esse impegnati in situazioni laboratoriali sui temi di cui sopra ho detto.

Certo per far questo sarebbero state, sono, necessarie due cose:

  • per i docenti la programmazione multidiscipliare in team teaching con il superamento del mero insegnamento disciplinare, da non abbandonare per le competenze di base, per l’adozione del lavoro per progetti;
  • per gli alunni, il superamento della classe, gruppo chiuso orizzontale aggregato solo per età, ed il lavoro degli studenti in gruppi verticali, per età, interessi, competenze, situazioni; come nella reale vita di socializzazione degli studenti.

La DAD avrebbe reso possibile questi aspetti, in modo virtuale, facilitato, se i docenti fossero davvero un team  ed in possesso critico e creativo delle NTE, che troppo spesso, come ho già avuto modio di dire, sono usate come se fossero  lavagna e gesso…

Mi pare, sarei felice di sbagliare, che si sia persa un’occasione.

Comunque ricordando un vecchio detto: non è mai troppo tardi!!!

  • Non dimentico che in questi giorni si è dibattuto e si dibatte molto sugli esami di maturità…penso che avrò occasione di parlarne.

Roberto Leoni

 

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